Antonio Lucca: ” Field Service Engineer presso Althea Italia”
Il nostro studente di Ingegneria biomedica, Antonio Lucca, ci ha raccontato la sua storia che lo ha portato a diventare Field Service Engineer presso Althea Italia, leader Italiana nella gestione delle tecnologie biomediche.
“Sono nato e cresciuto a Venetico, un paesino di appena quattro mila abitanti in provincia di Messina.
Ho conseguito il diploma di perito elettronico ed elettrotecnico presso l’I.T.I.S. “E. Majorana” di Milazzo con il massimo dei voti; per questo motivo sono stato contattato da un’azienda locale che si occupava dell’installazione e dell’assistenza autorizzata di apparecchiature Dräger.
Grazie a questa esperienza lavorativa, ho iniziato a conoscere dal punto di vista professionale l’ostico quanto gratificante ambito sanitario.
Dopo due anni di gavetta e apprendistato, in cui ho svolto diversi corsi aziendali per l’abilitazione a determinate mansioni da tecnico, ha bussato alla mia porta il colosso “Althea Italia S.p.a.”.
L’azienda, leader Italiana nella gestione delle tecnologie biomediche, è in grado di far fronte alle esigenze dei sistemi sanitari moderni fornendo servizi che spaziano dall’ingegneria clinica alla manutenzione dei sistemi diagnostici, passando per le tecnologie endoscopiche, fino alle attività specialistiche dedicate allo strumentario chirurgico-anestetico e alla telemedicina.
Althea mi ha messo sin da subito davanti ad un grande banco di prova: lasciare la mia amata terra, la Sicilia e trasferirmi in Liguria.
Detto, fatto. Sfida accettata! Mi sono trasferito l’estate scorsa a Genova per dare il mio contributo all’azienda ospedaliera universitaria policlinico "San Martino”, l’Istituto Pediatrico-Neonatale “Giannina Gaslini” e il presidio Ospedaliero “Villa Scassi”. Ho avuto la possibilità di prestare servizio presso gli ospedali più grandi e importanti di Genova ricoprendo la mansione di Tecnico di Supporto, prima di essere assegnato alla mia commessa di destinazione l’ASL 2 SAVONESE, in cui occupo attualmente la posizione di Field Service Engineer.
Durante il mio percorso ho sentito la necessità di ampliare il mio bagaglio formativo, sia per una questione di crescita professionale, sia per la passione che nutrivo nei confronti del campo elettro-medicale. Così ho iniziato la mia esperienza presso l’Università Niccolò Cusano.
Studente di Ingegneria biomedica e Field Service Engineer presso Althea Italia: come riesci a conciliare studio e lavoro?
“E’ veramente difficile conciliare lo studio con il lavoro, soprattutto se si lavora in un ambito così impegnativo e stressante come quello sanitario.
Ne ho fatto però un mio punto di forza, mettendo in pratica nel mio lavoro da tecnico in Althea le nozioni apprese durante le ore di studio giornaliere presso l’Unicusano
Un consiglio che mi sento di dare agli studenti-lavoratori è la programmazione meticolosa della giornata: dedicare la giusta quantità di tempo allo studio e al lavoro senza trascurare passioni personali e hobby.
Io mi prefisso degli obiettivi giornalieri da raggiungere e portare a termine; in questo modo ho tutto ben organizzato e sotto controllo.
Bisogna avere pazienza, non fermarsi davanti al primo ostacolo o difficoltà ma affrontarlo, insistere, crederci. Solo così è possibile ottenere i risultati sperati.”
Quali sono le principali attività che segui all’interno di Althea?
“Althea ha deciso sin da subito di indirizzare la mia attività lavorativa sulle “Manutenzioni Programmate di Apparecchiature Elettromedicali”, mansione di cui mi ero già occupato nella prima azienda in cui ho lavorato.
Le manutenzioni programmate o ordinarie sono l’insieme delle azioni manutentive programmate nel periodo lavorativo annuale, che hanno lo scopo di minimizzare e prevenire guasti o incidenti causati da apparecchiature o attrezzature malfunzionanti e di assicurare un programma di lavoro regolare e senza disfunzioni.
Le manutenzioni programmate, in particolare, comprendono le verifiche di sicurezza elettrica, le manutenzioni preventive e i controlli di qualità.”
Che giudizio dai alla tua esperienza formativa presso l’Università Niccolò Cusano?
“Non potevo chiedere di meglio e non parlo per sentito dire.
Vivo l’università ogni giorno, confrontandomi attivamente con i vari docenti e colleghi su temi legati anche alla mia esperienza lavorativa, perché nel mio campo non si finisce veramente mai di imparare.
L’Università Niccolò Cusano non ha nulla da invidiare alle università statali canoniche; posso dire di avere acquisito un bagaglio formativo ampio, completo, impeccabile, accessibile a tutti ma non per questo più facile, anzi, tutto il contrario.
Nei prossimi mesi porterò avanti il mio percorso di studi in Ingegneria Industriale – indirizzo biomedico e sicuramente non mi fermerò qui: ho in mente tanti altri progetti per la mia carriera universitaria.”
Quali sono, secondo te, i punti di forza che hai sviluppato fino ad ora e quali invece gli aspetti che vorresti migliorare?
“Come dicevo prima è veramente difficile conciliare studio e lavoro, quindi posso dire di aver sviluppato delle capacità organizzative non indifferenti che potranno rivelarsi particolarmente utili nel mio percorso formativo-professionale. La mia daily-routine è sempre ben pianificata ma gli imprevisti nel campo elettro-medicale non finiscono mai…
Nell’ultimo periodo ho sviluppato inoltre capacità di problem-solving non indifferenti, vista l’attuale emergenza sanitaria da COVID-19. La nostra azienda, infatti, ha dovuto rispondere all’esigenza di un surplus di installazioni e di manutenzioni su Ventilatori Polmonari ed Apparecchiature per Anestesia, quindi ho avuto modo di intervenire e specializzarmi in uno dei rami più importanti quanto fondamentali dell’ingegneria clinica: la ventilazione.
È stato emozionante e veramente gratificante lavorare in prima linea con infermieri, operatori sanitari, medici, coordinatori e primari con un unico obiettivo comune: SCONFIGGERE IL COVID-19.
Gli aspetti che vorrei migliorare sono tanti, sia in ambito universitario che in quello più tecnico: ho ancora tanto da imparare e da dare.
Sicuramente mi piacerebbe riuscire a mettere in pratica nel mio lavoro ancora di più le nozioni apprese in Unicusano, in modo tale da poter brevettare un giorno qualche progetto che possa essere un tassello fondamentale per l’ingegneria clinica.”
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Il mio sogno nel cassetto è di aprire uno studio professionale tutto mio, in cui possa dedicarmi a trecentosessanta gradi alla mia passione per l’ingegneria e, ovviamente, al mio brevetto.
Adoro anche viaggiare, visitare posti nuovi, abbracciare culture diverse dalla mia: chissà se un giorno riuscirò ad unire le due cose e tirarne fuori qualcosa di unico, eccezionale.”
Siamo fieri di avere tra i nostri studenti un ragazzo così ambizioso e pronto a mettersi in gioco come Antonio, che negli ultimi mesi ha lavorato in prima linea per combattere la difficilissima battaglia del Covid-19, dimostrando tutta la sua tenacia e l’enorme passione che ha per il suo lavoro.
Ad maiora Antonio!
A cura di Sara Marini - Area Marketing