Maria Beatrice Iachini a Skopje in Macedonia
Sono Beatrice, iscritta al terzo anno della facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali.
Ho scelto come meta Erasmus Skopje (Repubblica della Macedonia); vi starete chiedendo perché proprio questa meta. Il perché è molto semplice: volevo scoprire una cultura diversa dalla nostra in tutto, una città che si allontanasse dalla concezione di meta europea e con la quale mi potessi confrontare sotto il punto di vista culturale, linguistico e religioso. Ho scelto di intraprendere questo percorso perché volevo mettermi in gioco: volevo confrontarmi con un sistema universitario completamente diverso dal nostro. Questo, infatti, è quello che ho riscontrato in termini di orari delle lezioni, quantità degli studenti in classe (non più di 10 persone a classe), modo completamente diverso di sostenere gli esami, notevole quantità di progetti di gruppo e discussione in aula, che mi hanno portato a confrontarmi con le idee altrui.
Cosa mi ha lasciato questa esperienza? Mi verrebbe da dire cosa non mi ha lasciato… dopo questa esperienza mi si è aperto un mondo; c’è stata sicuramente una crescita personale dovuta anche alle numerose situazioni in cui ti trovi in un paese che non conosci e molte volte sei in difficoltà perché non riesci a capire cosa le persone ti vogliono dire. Allora cerchi di ascoltare e così inizi ad imparare le prime parole in macedone oltre che in inglese. Molte volte è capitato che mi fermassero per le strade della città e mi chiedessero da dove venissi e una volta spiegatogli che fossi in Erasmus la domanda più comune era il perché avessi scelto la Macedonia. Hai voglia di conoscere qualsiasi cosa, ti domandi continuamente il perché. Ho conosciuto ragazzi Americani, Spagnoli, Italiani iscritti all’università macedone, ragazzi del Kazakistan; questo ti porta continuamente a confrontarti con altre culture, ascolti la loro storia ed il motivo per il quale si trovavano in Macedonia.
Ragazzi un’esperienza del genere è molto importante anche dal punto di vista lavorativo sia a livello di curriculum, sia perché non è detto che il lavoro a cui hai sempre aspirato si possa trovare nella propria città natale.
Nei quattro mesi in cui sono stata in Macedonia il momento più importante è stato quando per la prima ed unica volta sono tornata a casa, a Roma, dopo due mesi e mezzo. Una volta sull’aereo per tornare in Macedonia ho avuto per tutta la durata del volo il magone alla gola, lasciavo la mia famiglia e i miei amici: quello è stato un momento molto toccante, sono sensazioni che non si possono spiegare. È stato un momento brutto ma allo stesso tempo bello, perché appena l’aereo è atterrato in Macedonia mi sono sentita a casa; mi sono resa conto di quanto in così poco tempo mi fossi creata una seconda vita.
Cosa bisogna fare per superare “la paura della partenza e quindi del cambiamento di vita”?
L’unico modo per superare la paura è avere il coraggio di provare, non crearsi delle aspettative, ma pensare che in qualche modo te la caverai, perché per tutti i problemi che ti si presenteranno ci sarà sempre una soluzione. Io personalmente ho superato questa paura non ponendomi dei limiti, perché prima di dire che una cosa non fa per me la devo provare, avevo voglia di mettermi alla prova senza avere paura di sbagliare.
Consiglierei l’Erasmus ad un altro studente? Assolutamente SI, è un’esperienza che vi cambia, imparate ad apprezzare quello che avete in maniera diversa, a livello personale ma anche universitario porta ad una grande maturazione. In più, vi posso dire che dopo che sarete partiti per la prima volta non potrete più farne a meno: io sono pronta, con la valigia in mano, ad affrontare una nuova avventura!!!