Ilaria Colella a Oviedo in Spagna
Ho svolto il mio periodo di Erasmus presso l’Universidad de Oviedo in Spagna.
Sicuramente ho un ricordo molto felice di questi mesi e di tutte le sensazioni che ho provato prima di partire e durante l’esperienza stessa. Tra le paure che avevo, una su tutte era senza dubbio il timore di lasciare un mondo che conoscevo e soprattutto di allontanarmi dai miei punti di riferimento.
Non mi spaventava tanto il dover vivere da sola, quanto il fatto di dover ricominciare da zero, ricreare una comitiva di amici ed essere capace di integrarmi in un sistema universitario nuovo e differente.
Tutta questa paura è scomparsa nei primi dieci giorni in cui mi trovavo in Spagna!
Inizialmente avevo infatti previsto un periodo di Erasmus di un solo semestre ma mi è bastato davvero poco per inoltrare una richiesta di prolungamento fino alla fine dell’anno accademico.
Per la ricerca della casa, sono stata aiutata da un’associazione di ragazzi Erasmus di Oviedo (ESN), i quali si offrivano per andare a visitare le abitazioni che eventualmente i ragazzi stranieri avrebbero affittato per il loro semestre di scambio. Nonostante ciò, una volta arrivata in città, mi sono resa conto che la casa che avevo scelto oltre ad essere molto lontana dal centro era ancora in ristrutturazione e non era fornita neanche di elettricità. Ecco così, che a meno di 12 ore dal mio atterraggio, mi sono ritrovata senza una stanza in cui dormire e ho dovuto quindi mettere in pratica la mia capacità di adattamento e la mia flessibilità. Fortunatamente, dopo qualche giorno, ho trovato una casa meravigliosa in centro città e con dei coinquilini stupendi.
Ciò che mi piace di più di Oviedo è che è possibile arrivare ovunque a piedi. Da una studentessa romana che ogni giorno deve affrontare ore e ore di mezzi pubblici per andare a lezione, poter fare una passeggiata di tre minuti nel centro storico di una bellissima cittadina è un sogno ad occhi aperti! Oviedo è una piccola città nel nord della Spagna e, a differenza di molte città del sud, ha un clima non troppo caldo e anche piuttosto piovoso. Questo, tuttavia, non ha fermato la voglia di viaggiare di tutti gli studenti ospiti dell’Università. L’ESN organizzava regolarmente week-end fuori porta nelle città vicine ma anche viaggi più lunghi, come un indimenticabile viaggio ad Ibiza con più di 2000 ragazzi Erasmus. Il network organizzava anche attività durante tutta la settimana: così ho potuto imparare a fare surf o fare dei tandem linguistici, e, non da ultimo, ho avuto l’opportunità di suonare e cantare con ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo.
Con l’università non è stato sempre tutto facile: il sistema spagnolo ha diversi tipi di valutazione rispetto a quello italiano e, almeno all’inizio, è stata dura abituarsi.
Alla fine però sono riuscita a sostenere tutti gli esami che avevo in programma, ottenendo anche buoni voti ed è stato interessante osservare le differenze nei metodi di studio e di insegnamento tra Italia e Spagna.
Durante il secondo semestre, ho anche potuto lavorare grazie ad un programma per studenti stranieri dell’Università di Oviedo. Per sei mesi ho insegnato inglese in una scuola elementare spagnola e ciò mi ha dato tantissima soddisfazione!
In questo particolare momento storico, credo che fare l’Erasmus sia una sorta di “scelta forzata” ma assolutamente in senso positivo. Intendo dire che la nostra generazione, a differenza dei nostri nonni e forse anche dei nostri genitori, vive in una società in cui non è più possibile rimanere chiusi nel proprio mondo, ignorando ciò che avviene all’esterno. Credo che ogni giovane debba sentirsi parte integrante di una comunità internazionale e l’Erasmus è il programma perfetto per poterci riuscire.
Questa esperienza mi ha lasciato tanta voglia di fare: è come se i dieci mesi passati all’estero mi avessero fatto aprire gli occhi su quanto potenziale ci sia nel mondo per stare bene e far stare bene gli altri.
Appena sono rientrata, infatti, mi sono laureata e ho subito intrapreso il percorso di studi magistrale, iniziando già a pianificare un secondo Erasmus.
L’Erasmus ha messo in dubbio tutte le mie certezze precedenti e grazie a questo periodo trascorso fuori, ho imparato a vedere le cose da un altro punto di vista. Quando sono tornata in Italia mi sono sentita più forte e più matura.
Credo che questa esperienza possa essere utilissima anche in ambito lavorativo: in primo luogo perché mi ha permesso di imparare meglio due lingue, spagnolo e inglese, ma anche perché durante il periodo trascorso fuori ho acquisito molte soft-skills che sono particolarmente richieste nel mio futuro ambito lavorativo.
Non credo di poter riuscire a trovare il momento più bello vissuto in Erasmus…
Ci sono stati alti e bassi ovviamente ma complessivamente ripensare a quell’anno mi rende solo felice. Sicuramente il momento più brutto invece è stato l’ultimo giorno, quando sono dovuta andar via da quella che ormai era casa mia.
Forse è banale ma per superare la paura bisogna partire e cambiare vita.
Durante il mio Erasmus sono riuscita ad uscire fuori dalla mia “comfort zone”: a Roma non avrei mai pensato di poter surfare o di riuscire a fare il cammino di Santiago per esempio. In Erasmus, invece, ti si aprono tantissime possibilità e sta solo a te decidere se coglierle o meno.
Consiglierei questa esperienza a tutti: è già capitato che qualche amico mi abbia chiesto dei consigli in merito e appena mi hanno fatto queste domande gli ho subito inoltrato tutti i moduli necessari per partire!
L’Erasmus è un programma accessibile a tutti, che non solo ti permette di conoscere persone, idee e opinioni di chi proviene da qualsiasi parte del mondo ma riesce anche a farti sentire parte integrante di una grande comunità, per cui tutto il mondo diventa casa tua!
Ilaria