Gianluca Rinaldi a Jaen in Spagna
La mia esperienza Erasmus in una parola? FANTASTICA. Sono partito per la Spagna all’età di 40 anni, ero solo e molto preoccupato, ho chiesto un’aspettativa dal lavoro e mi sono avventurato in questa nuova esperienza. Dopo aver espletato, al mio arrivo, la parte burocratica con l’università di Jaén, avevo il problema di trovare casa e soprattutto non avevo padronanza con la lingua spagnola. Dopo il terzo giorno di ricerca, sopraffatto dalla stanchezza, decisi di prendere un taxi. Non saprei dire se la mia preoccupazione si leggesse sul volto, sta di fatto che il tassista iniziò a parlarmi, gli chiesi se poteva darmi delle indicazioni per una stanza in affitto, la sua risposta mi stupì moltissimo perché mi propose di fermarmi a casa sua, ovviamente dopo aver chiesto autorizzazione alla moglie. Nella vita ci vuole fortuna ed io l’avevo avuta!
Arrivato nella sua abitazione mi trovai davanti ad una villa con piscina, la casa si trovava a tre chilometri dall’università e a cinque dal centro della città. Sono stato accolto con amore da questa famiglia. La signora è responsabile dei servizi sociali del comune, la coppia ha tre figli, due dei quali vivono fuori per motivi di studio, mentre l’altro, più piccolino vive con loro, il suo nome è Alvaro ed è diventato il mio professore di lingua Spagnola.
Dopo una decina di giorni, mi raggiunse un collega dell’Unicusano che avevo conosciuto qualche mese prima in facoltà durante un esame, anche lui per l’Erasmus. Chiesi quindi alla famiglia se poteva venire a stare con noi e come pensavo accolsero anche lui. Da subito mi sono sentito parte integrante di quella favolosa e generosa famiglia.
La parte più bella dell’Erasmus è l’aver conosciuto decine di persone all’interno dell’università e anche fuori, persone da tutto il mondo, prive di pregiudizi, felici di conoscere l’altro nelle sue diversità culturali, nelle sue usanze, ho vissuto concretamente il concetto di condivisione.
Passavo molto tempo nell’università, seguivo le lezioni, partecipavo a molte iniziative culturali, concerti, rappresentazioni. Era un mondo in continuo fermento e mi piaceva, mi aiutava soprattutto nei momenti di nostalgia. A livello didattico mi ha affascinato il metodo, le aule erano sempre piene e i professori interagivano con la classe, anche e soprattutto con noi studenti Erasmus.
Ho approfittato di questa permanenza, insieme ad Oscar, il mio collega universitario, per girare molto in tutta la Spagna spingendomi fino in Portogallo. Sono convinto che questa esperienza mi abbia cambiato molto, ora mi sento veramente un cittadino del mondo ed europeo ancor prima che italiano. Ho acquisito molta più sicurezza in me e non vedo l’ora di ripartire per nuovi lidi.
Non finirò mai di ringraziare la mia università per avermi dato questa opportunità e la mia seconda famiglia spagnola, auguro a tutti di poter fare un’esperienza simile.