Il nostro Paese è illiberale nel campo della formazione: lo sanno bene, avendolo compreso a loro spese, quei papà e quelle mamme che sono stati costretti a individuare un asilo per i propri figli.
Reduci da una ricerca spesso frustrante, si sono trovati davanti a una realtà che parla chiaro: le poche strutture statali e comunali disponibili impongono lunghe liste di attesa e adottano criteri di selezione sulla base del reddito che non corrispondono alla situazione reale (gli evasori fiscali saranno sempre favoriti rispetto a un contribuente onesto).
E il sistema, aprendo e chiudendo parentesi, in un discorso che potrebbe portarci lontano, è iniquo anche per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria, perché i genitori si trovano spesso davanti a una scelta: optare per gli istituti statali, il più delle volte fatiscenti e poco organizzati, o scegliere strutture private che garantiscano una certa qualità ma che dissanguano un bilancio familiare già provato da un periodo di depressione economica senza precedenti.
Almeno per quanto riguarda l’università, però, grazie all’Unicusano, tutti hanno la possibilità di scegliere in modo equo sul futuro proprio o dei propri figli. Perché l’Università Niccolò Cusano, pur non prendendo un euro dalle casse dello Stato (su cui pesano come macigni, invece, gli atenei di stampo tradizionale), offre a tutti la possibilità di frequentare una struttura dall’impareggiabile livello (basti pensare alla sede centrale di Roma, in cui oltre a sei ettari di parco verde e a duemilacinquecento metri quadrati di aule si contano centri ricreativi, sportivi, sale lettura, biblioteche, una mensa, un bar e una foresteria in grado di ospitare anche durante la notte più di trecento studenti) per una retta annuale di 2400 euro, comprensiva delle dispense che saranno necessarie agli studenti per affrontare gli esami.
Proprio per questo l‘Università Niccolò Cusano può essere considerata una “Università Pubblica non Statale”, come ama ripetere il suo Amministratore Delegato, Stefano Bandecchi: pubblica, perché consigliabile a tutti quelli che abbiano voglia di investire sulla propria formazione umana e culturale e che hanno la possibilità di iscriversi mediante pagamento di una retta annuale equa e senza dover sottomettere le proprie ambizioni ad illiberali test d’ingresso, ma non Statale, perché in grado di vivere (alla grande) basandosi esclusivamente sulle proprie entrate economiche, senza dover contare, quindi, a differenza degli altri atenei, sui soldi dello Stato.
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