“La debolezza del capitale umano potrebbe spiegare una parte significativa del gap di produttività del lavoro dell’Italia”. Leggendo tra le pieghe del recente rapporto della Commissione Ue sugli squilibri macroeconomici del nostro Paese si trovano anche queste tre righe sulle cause dei ritardi che siamo riusciti ad accumulare sul terreno dell’istruzione e della formazione.
In Italia ci sono pochi laureati. Il più delle volte con scarse competenze. Che giungono al termine del proprio percorso di studi impiegando il doppio del tempo inizialmente previsto e che durante la propria carriera universitaria non hanno la benché minima idea di cosa significhi il connubio scuola-lavoro.
Non è vero, dunque, che una laurea non serve per entrare nel mondo occupazionale. La laurea serve. E’ il primo passo per mettersi in viaggio verso l’emisfero lavorativo. Solo che deve essere presa in un certo modo. Studiando bene, nei termini prestabiliti, dopo aver accumulato esperienze formative, oltre a nozioni teoriche, che potranno poi garantire allo studente un ingresso rapido e soddisfacente in ambito lavorativo.
In questo senso, un esempio positivo nel nostro Paese viene dall’Università Niccolò Cusano. Considerata da molti la migliore università italiana, viaggia ormai da anni in controtendenza. Se negli altri atenei la media degli studenti fuoricorso è elevatissima, ad esempio, alla Unicusano è pressoché pari allo 0%.
Non perché si studi di meno. Semplicemente perché si studia meglio: ogni iscritto ha a disposizione un tutor personale che lo segue dal momento dell’immatricolazione al momento della laura.
Nel campus di Roma, in Via Don Carlo Gnocchi, gli studenti (che hanno a disposizione anche una innovativa piattaforma multimediale che gli consente anche di sfruttare le incredibili possibilità della rete) dialogano con i docenti, vivono il campus, studiano in biblioteca, hanno modo di apprendere una metodologia di studio in grado di fargli padroneggiare le aree tematiche che caratterizzano un corso di laurea e in grado di formarli anche per quanto riguarda il futuro, così da farli arrivare pronti all’appuntamento con l’ingresso nel mondo del lavoro.
L’Università Niccolò Cusano, merita un elogio per l’approccio con cui affronta un tema delicatissimo: quello legato alla formazione. Perché laurearsi conta fino a un certo punto. Bisogna laurearsi bene. Con voti d’eccellenza e nei tempi prestabiliti. Il nostro Paese ha bisogno di una classe dirigente nuova, preparata, pronta alla sfida più importante: salvare l’Italia. Riportare in auge un paese che pare ormai impantanato in sabbie mobili davvero pericolose.
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