Se ami lavorare a contatto con gli studenti e ti piacerebbe diventare un punto di riferimento per la formazione delle nuove generazioni allora ti interesserà sapere come diventare tutor scolastico, cosa fa e quali sono le recenti regolamentazioni normative in merito alla professionalità.
Pur trattandosi di un’attività prevista già da tempo in ambito scolastico, ma quasi esclusivamente per alcune particolari tipologie di esigenze didattiche, il tutoraggio è stato recentemente rivalutato.
È stata ufficialmente riconosciuta l’importanza del tutor per l’orientamento dello studente, laddove per ‘orientamento’ si intende conoscenza di sé e del contesto sociale, economico e occupazionale in cui ci si colloca.
La figura del tutor
In generale, possiamo definire il tutor che opera in una scuola come una figura che supporta gli studenti durante il percorso di studi al fine di stimolare la relativa crescita personale e scolastica.
Per capire meglio la professionalità, i tutor nelle scuole sono assimilabili a delle guide che accompagnano i singoli individui all’interno dell’ambiente di apprendimento.
Si tratta di profili che integrano la trasmissione delle conoscenze con la valorizzazione dell’identità personale di ogni studente.
Solitamente ci si rivolge al tutor per esigenze puramente didattiche o per affrontare difficoltà di natura relazionale, motivazionale e di orientamento.
Ampliando il concetto, il tutoraggio in ambito scolastico mira a sviluppare negli studenti la consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità, predisposizioni e competenze, in maniera tale da rendere più chiari gli obiettivi e i progetti di vita professionali.
Le nuove figure introdotte dalla normativa: docente tutor e orientatore
Nel quadro delle riforme previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto nel mondo della scuola due nuove figure professionali: il docente tutor e l’orientatore.
In particolare, il Decreto Ministeriale n.63 del 5 aprile 2023 avvia un Piano dell’orientamento finalizzato a garantire agli studenti un percorso personalizzato, il cui obiettivo è accompagnarli nella costruzione del loro futuro scolastico e professionale.
La novità introdotta dalla Riforma intende mettere in evidenza talenti e inclinazioni, valorizzare le capacità personali e consentire a ciascuno di fare scelte ponderate e consapevoli.
L’orientamento diventa quindi lo strumento essenziale per superare le diseguaglianze e la dispersione scolastica.
Sul sito del Ministero la sezione dedicata nello specifico all’argomento si legge quanto segue:
“La riforma prevede che l’orientamento sia inserito nelle attività formative offerte dalle scuole e nei curricoli scolastici, declinando, già dalla scuola secondaria di primo grado, la didattica in chiave orientativa, organizzandola cioè a partire dalle esperienze degli studenti e dalla personalizzazione dei percorsi.”
Si amplia quindi il concetto di formazione, che non viene più intesa soltanto come una mera ‘trasmissione delle conoscenze’ ma come un processo che si focalizza sullo sviluppo di alcune competenze fondamentali; competenze di base e trasversali che riguardano la motivazione, lo spirito d’iniziativa, la creatività e la responsabilità.
La normativa prevede moduli di orientamento di almeno 30 ore, curricolari ed extracurricolari a seconda del ciclo di studi.
Per la scuola secondaria di primo grado e per il biennio iniziale della scuola secondaria di secondo grado le ore di orientamento sono extracurricolari mentre per le classi terze, quarte e quinte della secondaria di secondo grado le ore sono curricolari.
Le figure del tutor docente e del tutor orientatore sono già state istituite nelle scuole secondarie di secondo grado, in particolare per gli studenti dell’ultimo triennio (terze, quarte e quinte classi).
Nello specifico, i tutor hanno il compito di aiutare gli studenti ad acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità e supportano i genitori durante la fase di scelta dei percorsi formativi e professionali dei figli.
Gli orientatori hanno il compito di facilitare l’incontro tra lo studente e, a seconda dei casi, l’offerta formativa o la domanda di lavoro.
Entriamo nel dettaglio delle mansioni per capire cosa fanno docenti tutor e orientatori.
Docente tutor
I compiti del docente tutor riguardano principalmente il supporto degli studenti durante la loro crescita, formativa e personale.
L’insegnante tutor svolge quindi un ruolo importantissimo in quanto aiuta ogni singolo studente a prendere consapevolezza delle proprie potenzialità e a scegliere il percorso formativo più idoneo ad assecondarle.
Docente orientatore
L’orientatore scolastico è un insegnante che, come suggerisce la stessa denominazione, aiuta gli studenti a scegliere percorsi in linea con le personali ambizioni, attitudini e obiettivi, tenendo in considerazione anche le opportunità offerte dal territorio e in generale dai settori professionali di riferimento.
Il docente orientatore svolge compiti che potremmo definire di ‘intermediazione’ finalizzati a favorire l’incontro tra gli studenti, e le relative competenze, l’offerta formativa e la domanda di lavoro.
Quale attività è prevista nello specifico per il docente orientatore?
Dal momento che ogni istituzione scolastica è una realtà a sé e che ogni studente ha esigenze differenti, la risposta non può che essere generica.
Il tutor, nelle scuole superiori in particolare, svolge un ruolo finalizzato a favorire negli studenti scelte consapevoli sia per ciò che concerne il percorso di studi e sia, successivamente, il percorso professionale.
Come diventare docente tutor e orientatore nella scuola
A questo punto è facile comprendere le peculiarità del docente tutor e dell’orientatore, la differenza e gli obiettivi a cui tendono le due figure scolastiche.
Analizziamo quindi l’iter previsto per i tutor scolastici.
Così come indicato sul sito del Miur, per potersi candidare a svolgere le funzioni di tutor scolastico e orientatore, e partecipare quindi alla specifica formazione, i docenti devono preferibilmente:
- Essere in servizio con contratto a tempo indeterminato; aver maturato almeno 5 anni di anzianità (maturata con contratto a tempo determinato o indeterminato).
- Essere in servizio con contratto a tempo indeterminato con almeno 5 anni di anzianità (maturata con contratto a tempo indeterminato o determinato).
- Aver svolto compiti che rientrano in quelli attribuiti al tutor scolastico e al docente orientatore.
- Manifestare la disponibilità ad assumere la funzione di tutor e docente orientatore per almeno un triennio scolastico.
Per quanto il Miur indichi per il docente tutor e il docente orientatore alcuni requisiti utili per svolgere i rispettivi ruoli, i criteri di selezione sono stabiliti dal collegio docenti; quest’ultimo può decidere di seguire i criteri indicati dal Ministero oppure di discostarsene.
Le istituzioni scolastiche sono tenute a comunicare i docenti da avviare ai percorsi di formazione attraverso un’apposita piattaforma.
Per i docenti selezionati, ovvero per quelli che svolgeranno il ruolo di tutor scolastico, è previsto un percorso formativo dedicato, articolato in moduli online della durata di 20 ore.
Il tutor universitario
Completata la panoramica relativa al tutor orientatore nella scuola è d’obbligo un breve approfondimento sulla figura che opera nell’ambito delle università: il tutor universitario.
Il profilo, per quanto simile, svolge mansioni diverse che rispondono a dinamiche ed esigenze differenti; dinamiche che riguardano il mondo universitario.
Innanzitutto il tutor universitario svolge un ruolo di intermediazione tra gli studenti e l’università.
I servizi di tutoraggio riguardano l’assistenza agli studenti negli aspetti tecnico-organizzativi e di orientamento.
Il tutor si occupa di orientamento, quindi di fornire informazioni in merito ai percorsi universitari, e di assistere gli studenti per ciò che concerne gli aspetti didattici (preparazione esami, preparazione tesi di laurea, disbrigo delle formalità burocratiche ecc.).
In ambito universitario le mansioni variano a seconda delle esigenze e delle richieste dell’ateneo.
Il reclutamento dei tutor è gestito dalle singole università attraverso la pubblicazione di appositi bandi, all’interno dei quali sono contenuti i requisiti e le indicazioni per partecipare alle selezioni.
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