Nuova eccellente opportunità per gli studenti di Scienze dell’Educazione e Formazione dell’Università Niccolò Cusano. Definiti i dettagli dell’accordo annunciato in primavera tra l’Ateneo romano e la Casa Circondariale di Latina sui tirocini formativi.
Da diversi anni la Casa Circondariale di Latina ospita tirocinanti provenienti dalle Università sensibili alle proposte formative garantite dall’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Tra queste naturalmente si conta anche l’Università Niccolò Cusano, che alcune settimane fa aveva annunciato la firma di un accordo di collaborazione tra le due realtà destinato agli studenti di Scienze dell’Educazione e della Formazione.
Tra gli obiettivi fissati nel progetto di tirocinio siglato dall’Ateneo e l’istituto penitenziario vi è quello di dare una panoramica sul ruolo, le mansioni e le responsabilità dell’educatore penitenziario affrontando i vari aspetti che caratterizzano la sua professione sul piano giuridico, educativo e relazionale, anche in considerazione dell’attuale denominazione della figura professionale: funzionario della professionalità giuridico-pedagogica.
Pertanto, sotto la guida del tutor, i tirocinanti dell’Università Niccolò Cusano conosceranno i riferimenti normativi relativi al sistema penitenziario italiano, gli operatori interni e le istituzioni afferenti al carcere, approfondiranno le specificità della figura professionale dell’educatore penitenziario rispetto agli altri ambiti professionali. Naturalmente gli stessi parteciperanno sia ai colloqui tra l’educatore (e/o gli altri operatori penitenziari) e i detenuti, sia alla stesura dei programmi di trattamento/reinserimento sociale, collaborando alla progettazione e organizzazione delle attività intramurali lavorative, formative, ricreative, sportive e culturali, con particolare attenzione ai laboratori teatrali e artistici peculiari della struttura.
Il periodo di tirocinio per gli studenti Unicusano sarà inoltre finalizzato a metterne in risalto le attitudini in condizioni di impatto emotivo, in un ambiente caratterizzato dalla privazione della libertà personale, composto in gran parte da detenuti in attesa di giudizio e/o con problematiche legate alla tossicodipendenza, a deficit cognitivi o al degrado sociale. Sarà pertanto verificata, in ognuno dei tirocinanti, l’affidabilità, il rispetto delle consegne, l’autonomia, il senso pratico e di responsabilità, le capacità comunicative, la motivazione ad apprendere, la capacità di lavorare in gruppo, d’integrazione e le attitudini organizzative. Di conseguenza, nei tirocinanti coinvolti nell’attività di osservazione, saranno sollecitate le capacità di analisi, senso critico, sospensione del giudizio, d’iniziativa e problem solving, nonché l’acquisizione del metodo di lavoro degli educatori della Casa Circondariale di Latina.
I tirocinanti, in linea con quanto normalmente richiesto dai propri docenti, dovranno poi annotare gli eventi significativi in una sorta di “diario di bordo” e stilare una relazione esaustiva sull’esperienza di tirocinio fornendo un quadro completo sul contesto, sulle figure professionali che operano in carcere, sulla tipologia di detenuti ristretti in Istituto e sulle attività trattamentali svolte. Nel resoconto il tirocinante dovrà evidenziare anche la componente emotiva legata all’esperienza nel carcere, scaturita oltre che dai contatti con i detenuti, dai colloqui con il tutor e con gli operatori penitenziari o dalla partecipazione alle attività previste dalla Casa Circondariale di Latina.