Prof. Profiti, presidente Bambino Gesù: “UniCusano compagna di lunga data nel finanziamento di progetti di ricerca”
Il prof. Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, ha parlato dell’iniziativa legata al concerto “La luce dei bambini”, evento organizzato per la campagna “Mettici il cuore”, ed ha sottolineato il ruolo dell’Università N. Cusano come ente finanziatore della ricerca, tra le altre cose, per la sindrome cardiaca del QT lungo:
“Il concerto “La luce dei bambini” è l’evento clou della campagna “Mettici il cuore”, promossa dall’Ospedale Bambino Gesù con lo scopo preciso di rinnovare completamente il reparto di terapia intensiva cardiologica e cardiochirurgia, che rappresenta il cuore pulsante del nostro ospedale ed un settore d’eccellenza per la medicina del nostro paese. Parliamo di una struttura che ogni anno ospita 1.500 bambini di cui 600 destinati ad interventi cardiaci od a trapianti. Nel reparto di terapia intensiva cardiologica e cardiochirurgia ogni anno si effettuano 25 trapianti di cuore, assistenza meccanica ed altro, con ogni bambino che ha la possibilità di essere circondato dalla sua famiglia ed ospitato in una struttura che per tecnologia e distribuzione degli spazi è in grado di supportarlo dal punto di vista tecnologico e medico.
Ci piace pensare che a questo punto siamo in grado di mettere insieme tecnologia, scienze biologiche e vicinanza familiare: credo che questi tre elementi siano fondamentali e soprattutto l’ultimo può portare effetti benefici che neanche le ricerche nei laboratori possono raggiungere. La vicinanza di tanti è importante, l’eccellenza costa e la solidarietà assume un ruolo fondamentale quando diventa uno sforzo intelligente, per un risultato che non sia solo immediato ma anche a lungo termine, come sono quelli di carattere scientifico. L’Università N. Cusano, in questo senso, è nostra compagna di lunga data, l’abbiamo accanto in questa iniziativa ma l’abbiamo accanto anche nel finanziamento di progetti di ricerca importanti, su patologie definite rare come la sindrome del QT lungo. Per questo tipo di iniziative la UniCusano non è semplicemente un finanziatore, è l’anima di questa ricerca”.
Ufficio Stampa Unicusano
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