Università | 22 Agosto 2024
Neurofisiopatologo: cosa fa, come diventarlo

Neurofisiopatologo: cosa fa, come diventarlo

Nell’ambito delle professioni sanitarie, accanto a quelle più conosciute, esistono professionalità quasi del tutto sconosciute ai non addetti ai lavori; professionalità come quella del neurofisiopatologo di cui molti ignorano totalmente l’operatività.

In pochi sanno chi è e cosa fa un tecnico di neurofisiopatologia, pur trattandosi di un profilo importantissimo per la salute del sistema nervoso.

Nel corso dei prossimi paragrafi ti spiegheremo nel dettaglio chi e il neurofisiopatologo, cosa fa e quali sono i requisiti per svolgere la professione.

Neurofisiopatologia: cos’è

Per comprendere a fondo la figura del neurofisiopatologo è fondamentale partire dal significato di neurfisiopatologia, ovvero dalla materia intorno alla quale ruota l’attività di un professionista.

Il termine ‘neurofisiopatologia’ indica il ramo della neurologia che si occupa di analizzare la funzionalità del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), periferico (nervi) e dei muscoli.

La finalità della disciplina è raggiunta attraverso  test che registrano le attività bioelettriche generate dal sistema nervoso.

Partendo dal presupposto che gli impulsi nervosi sono segnali elettrici che viaggiano lungo i prolungamenti dei neuroni, la fisiopatologia è in grado di verificare la salute del sistema nervoso studiando la sua attività elettrica.
Si tratta, in pratica, di un’analisi che avviene a livello dei nervi, della colonna vertebrale, del midollo osseo e delle strutture dell’encefalo.
Rientrano nelle analisi anche gli stati di sofferenza che interessano la parte muscolare.

Chi è il tecnico di neurofisiopatologia e cosa fa

Comprese a grandi linee le finalità della neurofisiopatologia passiamo ad analizzare il profilo del neurofisiopatologo, meglio conosciuto come ‘tecnico di neurofisiopatologia’.

La figura professionale, identificata anche con l’acronimo TNFP (Tecnico di NeuroFisioPatologia) è definita dal D.M. 183 del 1995, di cui riportiamo l’articolo numero 1:

“È individuata la figura del tecnico di neurofisiopatologia con il seguente profilo: il tecnico di neurofisiopatologia è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nell’ambito della diagnosi delle patologie del sistema nervoso, applicando direttamente, su prescrizione medica, le metodiche  diagnostiche specifiche in campo neurologico e neurochirurgico (elettroencefalografia, elettroneuromiografia, poligrafia, potenziali evocati, ultrasuoni).”

Precisiamo innanzitutto che si tratta di un operatore sanitario per cui non è corretto parlare di medico neurofisiopatologo.

Si tratta di uno specialista che contribuisce a formulare diagnosi di malattie e disturbi che riguardano il sistema nervoso, e che possono pertanto interessare anche il funzionamento dei muscoli.

Nell’ambito della sua attività egli utilizza apparecchiature e strumentazioni destinate al campo della neurologia; si occupa dia dell’esecuzione degli esami e sia dei risultati ottenuti.

Entrando maggiormente nel dettaglio ecco cosa fa il neuroofisiopatologo, ovvero le procedure di cui è responsabile:

  • Elettroencefalogramma
  • Elettromiografia
  • Elettroneurografia
  • Potenziali evocati (acustici, motori, somato-sensoriali, visivi)
  • Riflessi trigemino-facciali
  • Risonanza magnetica
  • TAC

La maggior parte delle tecniche adottate dal neurofisiopatologo è basata sull’utilizzo di elettrodi, la cui funzionalità è finalizzata a misurare l’attività elettrica del sistema nervoso.

Il Decreto Ministeriale sopra citato definisce in maniera chiara le mansioni di un professionista, di seguito sintetizzate in un elenco al fine di agevolarne la comprensione:

  • Applica le tecniche più idonee per la registrazione dei fenomeni bioelettrici, intervenendo direttamente sul paziente e sulle strumentazioni.
  • Realizza un programma di lavoro diagnostico, strumentale o di ricerca in collaborazione con medici specialisti.
  • Raccoglie e ottimizza le varie metodiche diagnostiche e ne redige rapporti tecnici di tipo descrittivo.
  • È responsabile dell’applicazione e dei risultati della metodica applicata.
  • Utilizza metodiche diagnostiche e strumentali per accertare l’attività elettrocerebrale a fini clinici o legali.
  • Predispone e controlla le strumentazioni in dotazione.

A questo punto la domanda sorge piuttosto spontanea: quando rivolgersi ad uno specialista in neurofisiopatologia?
Quali sono le patologie di cui si occupa un professionista?

Di seguito un elenco dei principali disturbi e malattie che rientrano nel campo operativo della neurofisiopatologia:

  • Cefalee
  • Epilessia
  • Lombosciatalgie
  • Compressione dei nervi periferici (ad es. sindrome del tunnel carpale)
  • Lesione dei tronchi
  • Parkinson
  • Miopatie
  • Protusioni discali
  • Neuropatie
  • Sclerosi laterale amiotrofica
  • Patologie neuromuscolari
  • Traumi a carico delle radici dei nervi o dei tronchi nervosi

Dove lavora

La professionalità di un tecnico di neurofisiopatologia può essere spesa in numerosi contesti, sanitari e non, sia pubblici che privati.

Gli sbocchi si concretizzano principalmente nelle ASL, nelle aziende ospedaliere, nelle aziende ospedaliere universitarie, nei centri di riabilitazione e in quelli di ricerca.
Ulteriori opportunità riguardano le case di cura, le cliniche private, gli ambulatori medici e gli studi professionali.

Un neurofisiopatologo può inoltre essere impiegato presso le aziende che commercializzano apparecchiature neurofisiologiche.

L’attività può essere svolta in regime di dipendenza o di libera professione.

Quanto guadagna

Per avere un quadro completo della professionalità è fondamentale conoscerne l’aspetto relativo alla retribuzione.

Al netto di tutte quelle che possono essere le variabili che incidono sull’oscillazione delle cifre, possiamo fornire una stima mensile nazionale che si aggira intorno ai 1.100 euro.

Tuttavia, come per qualsiasi altra professione sanitaria, lo stipendio è legato ad una serie di fattori tra i quali l’esperienza accumulata nel settore, le competenze e le specializzazioni, e chiaramente il contesto operativo.

Differenza tra neurologo e neurofisiopatologo

Dal momento che spesso intorno alle figure sanitarie e mediche si genera spesso confusione è d’obbligo, a questo punto, evidenziare le differenze tra il neurologo e il neurofisiopatologo.

Per quanto le denominazioni presentino un’assonanza piuttosto palese, si tratta di due professionalità diverse tra loro, sia per quanto riguarda l’aspetto formativo e sia per ciò che concerne l’operatività.

Come accennato in precedenza, il neurofisiopatologo non è un medico ma un professionista sanitario in possesso di laurea triennale.
Il neurologo, invece, è un medico in possesso di una laurea in Medicina e Chirurgia con relativa specializzazione.

Il TNFP supporta il neurologo nella diagnosi e nella cura dei disturbi che interessano il sistema nervoso.

Come diventare neurofisiopatologo

Il lavoro di un tecnico di neurofisiopatologia richiede uno specifico bagaglio di competenze tecniche.

Il percorso di studi per acquisire le conoscenze e le competenze essenziali per svolgere la professione è identificabile nel corso di laurea triennale in Tecniche di neurofisiopatologia, appartenente alla classe delle lauree delle Professioni Sanitarie Tecniche (Classe L/SNT3).

Si tratta di un corso a numero programmato a livello nazionale, per cui l’accesso è vincolato al superamento di un test di ingresso.

Tra le materie e gli argomenti approfonditi dal piano di studi: anatomia, biologia, elementi di neurofisiopatologia, fisiologia umana e biochimica, elettroencefalografia, tecniche di esplorazione delle risposte evocate, fisiopatologia del sistema nervoso, indagini elettrofisiologiche.
Si affiancano discipline quali la fisica, l’informatica, la statistica, il management e il diritto sanitario, il primo soccorso e la lingua inglese.

Fin dal primo anno del triennio è previsto un tirocinio formativo finalizzato a fornire la preparazione pratica per inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro, ovvero in un contesto operativo.

L’esame finale del corso di laurea triennale ha valore di Esame di Stato per cui il neo-laureato può procedere direttamente all’iscrizione all’Albo di riferimento, e iniziare quindi ad esercitare subito la professione.

Chiaramente, il neurofisiopatologo che ha effettuato l’iscrizione all’albo può decidere di proseguire gli studi, iscrivendosi ad una laurea magistrale o a un master di primo livello.

In ogni caso, trattandosi di una professione sanitaria, il neurofisiopatologo rientra nell’obbligo dell’ECM (Educazione Continua in Medicina).

Ora sai chi è il neurofisiopatologo e cosa fa; sai qual è il percorso abilitativo previsto per svolgere la professione e sai quali sono le prospettive lavorative.
Se ti affascina la professione e desideri diventare un tecnico di neurofisiopatologia non devi fare altro che iniziare il percorso di formazione ed eventualmente scegliere una specializzazione in linea con la professionalità.

Credits: CITAlliance / Depositphotos.com

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