Nell’ambito del trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento e di tante altre problematiche cerebrali si sente spesso parlare dell’efficacia del metodo Doman, ma cos’è esattamente e quali sono i presupposti sui quali è basato non è chiaro a tutti.
Molti genitori si ritrovano di fronte ad una moltitudine di metodologie tra le quali ‘scegliere’ quella che, secondo le informazioni ricevute dagli specialisti e quelle acquisite personalmente, potrebbe risultare più efficace per le esigenze dei propri bambini.
Per i non addetti ai lavori non è semplice decidere quale percorso intraprendere, per cui è importante avere una panoramica chiara delle possibili strade.
Nel corso di questa guida ci focalizzeremo sul metodo Doman, le cui opinioni sono concordi nel riconoscerne l’efficacia nell’ambito della riabilitazione infantile.
Cos’è il metodo Doman
Per iniziare a familiarizzare con il metodo Doman, e i relativi esercizi, è necessario conoscere la sua storia.
Le origini risalgono al 1955 e sono legate alla figura di Glenn Doman, un giovane fisioterapista che in collaborazione con un neurochirurgo iniziò a sviluppare programmi per il trattamento dei pazienti colpiti da ictus.
Nell’ambito di tale esperienza si accorse che i metodi tradizionali di fisioterapia risultavano poco efficaci perché focalizzati sui sintomi e non sulla fonte primaria del problema, ovvero il cervello.
Forte dei risultati ottenuti con i suoi metodi, Glenn estese gli studi allo sviluppo di trattamenti per i bambini cerebrolesi.
Dal suo lavoro di ricerca nacque il metodo Doman; un metodo incentrato sulla stimolazione neurologica attivata da una serie di movimenti ed esercizi fisici.
In controtendenza a quello che all’epoca era il pensiero comune, il quale non forniva alcuna prospettiva di miglioramento alle problematiche connesse allo sviluppo cerebrale, il fisioterapista americano mise a punto programmi di intervento estremamente efficaci.
Gli studi di Doman, raccolti in una serie di volumi, continuano a fornire le basi per il trattamento di problematiche connesse allo sviluppo infantile, e seppur con qualche variante continuano ad aiutare concretamente i bambini con bisogni speciali a stare meglio.
Oggi il lavoro di Doman continua attraverso la figura del figlio Douglas, presidente della Doman International.
L’intera famiglia Doman continua ad effettuare un intenso lavoro di ricerca e studio finalizzato a migliorare i trattamenti e renderli sempre più efficaci; il tutto alla luce dei progressi e delle nuove scoperte fatte nel campo medico e riabilitativo.
Il metodo messo a punto dal fisioterapista americano è attualmente applicato negli IAHP (Institutes for the Achievement of Human Potential) attivi in tutto il mondo.
Anche in Italia gli IRPU (Istituti per il Raggiungimento del Potenziale Umano) aiutano migliaia di bambini a sviluppare il proprio potenziale attraverso programmi personalizzati.
Come funziona
Il funzionamento del metodo parte dal presupposto che la lesione cerebrale identifica una qualsiasi problematica che si palesa attraverso il corpo.
La lesione cerebrale può quindi palesarsi attraverso varie tipologie di sintomi, tra i quali:
- difficoltà di movimento
- Difficoltà di apprendimento
- Problemi di udito
- Problemi di vista
- Difficoltà di linguaggio e/o comunicazione
- Convulsioni
- Problemi di attenzione
Chiaramente l’elenco non è in alcun modo esaustivo ma è semplicemente finalizzato a dare un’idea della sintomatologia, la quale cambia a seconda dell’area dove risiede la lesione e il grado della lesione stessa.
Il Metodo Doman viene attualmente applicato, con buoni risultati, a varie tipologie di anomalie genetiche quali autismo, sindrome di down, paralisi cerebrale, ritardo dello sviluppo, epilessia, ritardo mentale, difficoltà di apprendimento ecc.
A differenza delle cure ‘tradizionali’, focalizzate sulla cura dei sintomi, il metodo di Glenn Doman si concentra sulla causa del problema, ovvero sul danno cerebrale che impedisce al cervello di crescere e svilupparsi nel modo corretto.
Attraverso percorsi sensoriali creati ad hoc per le esigenze del bambino l’intervento punta ad una stimolazione neurologica delle aree danneggiate da cui nascono le difficoltà.
In altre parole, la stimolazione è finalizzata alla riattivazione delle aree compromesse.
Oltre all’aspetto pratico-operativo, un’altra differenza sostanziale rispetto ai trattamenti tradizionali è identificabile nella centralità dei genitori che rappresentano una parte fondamentale del programma di intervento.
I familiari vengono adeguatamente istruiti e preparati, in maniera tale da gestire l’applicazione della terapia autonomamente e diventare essi stessi terapisti dei propri figli.
Il tutto viene quindi svolto in ambiente domestico, per cui in un contesto conosciuto dal bambino.
I presupposti essenziali sui quali si basa il trattamento sono:
- Stimolazione dei 5 sensi attraverso i quali acquisire informazioni
- Applicazione dei trattamenti sotto forma di giochi, attraverso i quali è possibile stimolare l’interesse del bambino e mantenere alto il livello di concentrazione
- Partecipazione attiva dei genitori nel percorso riabilitativo
Applicazione del trattamento Doman
Il primo step per poter impostare un adeguato ed efficace programma di intervento consiste in un’attenta analisi del bambino; ovvero un’analisi delle delle sue capacità sensoriali.
Si parte quindi dall’analizzare il linguaggio, la mobilità e le competenze manuali.
Sulla base dell’analisi, e dei relativi risultati, viene quindi impostato un programma personalizzato,
che nella pratica consiste in una serie di esercizi fisici da svolgere a casa per un determinato periodo di tempo.
Durante l’esecuzione del programma domestico i genitori del ‘paziente’ ricevono il supporto e il monitoraggio costante da parte di profili specializzati, attraverso incontri periodici.
Esistono tuttavia dei presupposti fondamentali per rendere efficace gli esercizi, la maggior parte dei quali sono legati all’atteggiamento dei genitori.
Il primo requisito è non essere titubanti nell’iniziare la stimolazione dei sensi già dal primo anno di età.
La fiducia, così come l’atteggiamento propositivo ed entusiasta da parte di chi gestisce il percorso, sono fondamentali per il successo del metodo.
Attenzione a non essere troppo contrariati o severi in caso di errori; al contrario bisogna essere comprensivi e sempre pronti a riconoscere e premiare i progressi con abbracci e complimenti.
Per mantenere sempre vivo l’interesse del bambino bisogna sottoporlo continuamente a stimoli nuovi; bisogna cercare sempre nuove parole, frasi e libri per evitare di annoiare il piccolo ‘alunno’.
Un ulteriore requisito essenziale per la riuscita del metodo è la costanza, ovvero la ripetizione.
È importante ripetere gli esercizi quotidianamente senza però esagerare con sessioni di apprendimento troppo lunghe. L’ideale è prevedere sessioni della durata di 15 o 30 minuti al massimo.
Il tutto deve sempre rimanere nei confini di un’attività a sfondo ludico.
Dopo aver analizzato i presupposti per l’efficacia degli interventi basati sul metodo Doman e le relative potenzialità nel campo della fisioterapia, è d’obbligo approfondire i benefici, testati, su alcune tipologie di problematiche di natura cerebrale che affliggono i bambini.
Lesioni cerebrali
Come accennato in precedenza i primi risultati positivi relativi all’applicazione del metodo Doman sono stati registrati nell’ambito dei trattamenti destinati ai bambini cerebrolesi, ovvero quei bambini che avevano subito lesioni traumatiche prima, durante o dopo la nascita.
Il danno subito dal cervello, a causa di un trauma o di un incidente, può determinare varie tipologie di sintomi, che nello specifico riguardano difficoltà cognitive, difficoltà di deambulazione, difficoltà di linguaggio, priblemi di vista o di udito ecc.
Attraverso una serie di esercizi e stimolazioni, gestite in ambito domestico, il cervello è in grado di creare nuove connessioni.
Il processo di neuroplasticità permette di migliorare lo sviluppo cerebrale e di conseguenza di ridurre i sintomi causati dalla lesione.
Epilessia
Nel trattamento dell’epilessia il metodo Doman è in grado di migliorare le funzioni fisiologiche, lo sviluppo cognitivo e quello motorio.
L’efficacia del programma di intervento è basato sulla neuroplasticità del cervello, ovvero sulla sua capacità di creare nuove connessioni. In pratica se il cervello funziona correttamente le convulsioni possono ridursi, e nella migliore delle ipotesi, addirittura arrestarsi.
Autismo
Nei bambini autistici la lesione cerebrale può determinare sintomi di vario genere, come ad esempio difficoltà di linguaggio, iperattività, difficoltà motoria, ipersensibilità sensoriale, ansia e disorganizzazione.
A differenza di quello che molti genitori pensano, sulla base delle diagnosi di tanti specialisti, il bambino affetto da autismo può sviluppare il suo enorme potenziale attraverso percorsi personalizzati.
Attraverso programmi basati sulle teorie Doman i sintomi dell’autismo si riducono notevolmente, e in molti casi spariscono totalmente.
I benefici sui bambini normodotati
L’efficacia della metodologia è stata dimostrata anche sui bambini normodotati.
In particolare il metodo Doman si rivela utile nella lettura.
Attualmente la metodologia è utilizzata soprattutto per insegnare ai bambini a leggere in tenera età, attraverso un percorso che si snoda, essenzialmente, in tre passaggi:
- Primo anno
Nel corso del primo anno di età si inizia a familiarizzare con l’alfabeto.
Si procede con la realizzazione di schede didattiche, che secondo il metodo Domano consiste nella preparazione di cartoncini sui quali riportare tutte le lettere dell’alfabeto.
Al fine di stimolare la memoria e favorire la memorizzazione i bambini devono essere quotidianamente stimolati a visionare i cartoncini e il loro contenuto.
L’ideale è prevedere 3 sessioni di ‘apprendimento’ al giorno, ma attenzione a presentare e gestire l’attività in modalità ‘gioco’. - Secondo anno
Nel corso del secondo anno, quando i bambini avranno acquisito una certa familiarità con le lettere, è possible procedere con le parole.
L’ideale è mostrare sostantivi suddivisi per categoria (componenti della famiglia, colori, animali ecc.).
Successivamente è possibile introdurre in maniera graduale i verbi. - Terzo anno
Dai tre anni di età in poi si procede con l’introduzione di libri di fiabe, avendo cura di scegliere quelli brevi e adatti ai più piccoli.
Si procede quindi per gradi, partendo da coppie di parole fino ad arrivare a frasi brevi, composte da sostantivo e verbo coniugato.
Il metodo basa la sua efficacia su un dato di fatto che è identificabile nell’enorme potenziale di apprendimento che hanno i bambini.
Nei primi anni di vita il cervello è predisposto ad assorbire come una spugna, senza alcuno sforzo.
Tra le finalità didattiche della metodologia rientra l’insegnamento di una seconda lingua, della matematica, dell’arte; il metodo viene inoltre utilizzato per insegnare a scrivere e per lo sviluppo fisico.
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