Gli atenei italiani di stampo tradizionale hanno riaperto i battenti e, dopo pochi giorni di attività didattica, ecco riemergere le piaghe storiche che logorano le università nostrani ma, in particolar modo, gli iscritti che si trovano a frequentarle.
Tra i tanti mali, di cui alcuni restano oscuri mentre tanti altri sono chiari come il sole, quello del sovraffollamento resta uno dei più incurabili. Con la risonanza che possono fornire i social network gli studenti stanno puntando i riflettori sull’inadeguatezza degli spazi che ospitano lezioni, esami e seminari. Spazi stracolmi frutto dei corsi tagliati e delle cattedre che saltano, con studenti assiepati per terra, sulle scale o praticamente arrampicati sui muri per seguire le lezioni. Una vergogna testimoniata da decine di foto postate su Fb. Se il momento dell’entrata in aula assume i caratteri tipici dell’impresa epica, l’uscita non è da meno: persone che scavalcano altre persone, braccia, mani e gambe calpestate per guadagnare una via di fuga che sembra più la via per la salvezza. Nulla di strano comunque, tutti coloro che frequentano le università italiane sanno che il quadro è esattamente questo. La situazione attuale, non si può negarlo, è il frutto dei tagli indiscriminati all’istituzione università e al sistema istruzione più in generale. In un quadro nazionale così deprimente succede che l’esempio virtuoso non si trovi nei grandi atenei statali ma in quelli emergenti, pubblici ma non statali, come l’Università degli studi N. Cusano-Telematica Roma. L’ateneo di via Don Carlo Gnocchi 3, a Roma, è l’esempio di come investendo con intelligenza si possa puntare all’eccellenza. Nata come università prettamente telematica, l’UniCusano, sull’onda di una parabola ascendente, ha deciso di puntare sui grandi spazi, acquistando la sede attuale che conta ben 16.500 mq di struttura con oltre 6 ettari di parco. Grandi spazi appunto, per rendere confortevole la fruizione di un’offerta didattica che non ha mai rinnegato l’erogazione online dei materiali di studio ma ha agito per implementarla con lezioni, seminari, tavole rotonde e convegni, tutti rigorosamente in presenza. Per non parlare della ‘raggiungibilità’ dei docenti, sempre presenti e sempre a disposizione dello studente, e della figura del consulente didattico, un riferimento sicuro per ogni singolo iscritto, dal primo giorno e fino al conseguimento della laurea. Succede così che i grandi atenei nazionali, anche vessati da tagli irragionevoli, continuino ad offrire un servizio sempre più costoso e sempre più scadente, mentre realtà come l’UniCusano, guardando con attenzione alla qualità dell’insegnamento ma anche alla soddisfazione di chi ne fruisce, scalino l’indice di gradimento degli studenti italiani.
Redazione Le Novae/am