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La diatriba sulla formazione a distanza

Formazione a distanza

C’è sempre un motivo per discutere. Siamo in Italia, non dimentichiamolo. Sono tutti CT della Nazionale, tutti cantanti a Sanremo, tutti giornalisti. Non fa eccezione il settore della formazione dove, appunto, sono tutti esperti. Attecchisce in questo humus culturale (o forse sub-culturale) la discussione intorno alla formazione a distanza. I puristi del tema la difendono a spada tratta mentre gli altri ridono un po’ su alcune precisazioni a dir poco puntigliose. È bene fare chiarezza su questo passaggio della formazione a distanza perché è un item molto caldo all’UniCusano e, soprattutto, perché ne va del futuro dello studente.

Ovviamente non è obbligatorio passare sistematicamente dal nostro il BLOG di UNICUSANO ma è senza dubbio utile. Se siete studenti o avete, comunque, qualcuno di caro in quella fase di vita, questo è il posto dove scoprire tante cose utili. Oggi si analizza la discussione sulla lana caprina intorno alla formazione a distanza. Perché “lana caprina”? L’intenzione, sia chiaro, non è certo quella di mancare di rispetto a qualcuno ma bisogna ammettere che a volte ci si perde il punto d’arrivo. In buona sostanza i puristi della formazione a distanza si scaldano (e non poco) con tutti quelli che raccontano i pregi e i vantaggi di questo iter accademico utilizzando un linguaggio a detta loro poco consono, se non offensivo. Sul banco degli imputati di questa diatriba sulla formazione a distanza ci sono definizioni come “lauree cliccabili”, “studiare coi device” e “formazione al computer”. La tesi sostiene che sono tutti termini svilenti per un’organizzazione dietro che, invece, è molto radicata e vanta il supporto di professori universitari di grandissimo livello (alcuni sono gli stessi degli atenei tradizionali) e corsi di laurea molto seri. È evidente, però, che si tratta di un passaggio che aggiunge poco alla vita degli studenti. La professionalità della formazione a distanza non la mette in discussione nessuno, tantomeno l’UniCusano che su questo punto ha creato un piccolo impero. È che ci si dimentica della mission aziendale in cui al centro di tutto ci sono solo le esigenze degli studenti. Se per attirare nuovi ragazzi ad interessarsi ad una realtà che poi farà davvero del bene a loro è necessario qualche escamotage linguistico ci può stare. Molti dei giovani hanno 18 anni e tra “lauree cliccabili” e formazione a distanza non ci vuole un semiologo come Umberto Eco per capire quale sia di più facile presa. Detto questo, ribadiamo in chiusura la stima e l’affetto per chi lavora nella formazione a distanza invitando chiunque voglia saperne di più a chiedere informazioni attraverso l’apposito form https://www.unicusano.it/contatti-universita.

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