Scrivere una tesi è una vera e propria maratona. Ore di ricerche, letture infinite e momenti di crisi creativa si alternano fino a quando finalmente il tuo lavoro prende forma. E poi arriva la fase finale, quella che spesso si tende a sottovalutare: l’impaginazione. Quella parte che molti ritengono una semplice formalità, ma che può fare una grande differenza quando si tratta di consegnare un documento professionale, leggibile e visivamente gradevole.
L’impaginazione della tesi non è solo un esercizio tecnico, ma un modo per valorizzare il tuo lavoro. Una tesi ben impaginata mostra cura, professionalità e attenzione ai dettagli: tutte qualità che non passeranno inosservate ai tuoi professori.
Quindi, armati di pazienza e dedica un po’ di tempo a questa fase. Alla fine, quando sfoglierai il risultato finale, sarai fiero di aver curato ogni minimo particolare.
Compilativa o sperimentale: quale tipo di tesi scegliere?
Uno dei primi dilemmi che gli studenti si trovano ad affrontare è proprio questo: optare per una tesi compilativa o tesi sperimentale? La tesi compilativa è basata sull’analisi e la sintesi di fonti già esistenti. Ti viene richiesto di raccogliere informazioni, confrontare teorie e offrire un quadro chiaro e approfondito sull’argomento.
La tesi sperimentale, invece, prevede la raccolta e l’analisi di dati originali. Può includere esperimenti di laboratorio, sondaggi, interviste o qualsiasi altra metodologia che ti permette di portare un contributo unico al tuo campo di studi.
Indipendentemente dal tipo di tesi che scegli, una corretta impaginazione è essenziale per presentare il tuo lavoro in modo professionale. Ecco allora quali sono i punti principali da tenere a mente.
Scegli il formato giusto: la base di una tesi impeccabile
Quando si tratta di impaginare una tesi, la prima cosa da fare è scegliere il formato corretto. Potrebbe sembrare un dettaglio secondario, ma partire con la giusta impostazione ti farà risparmiare ore di aggiustamenti e problemi dell’ultimo minuto.
Di norma, la tesi va preparata in formato A4, con orientamento verticale. Questo è lo standard accademico più comune, ma attenzione: non basta selezionare “A4” nel tuo programma di scrittura, devi anche impostare i margini corretti per ottenere un risultato professionale.
Le linee guida richiedono generalmente margini di 3 cm sul lato sinistro, per lasciare spazio alla rilegatura, e 2,5 cm su tutti gli altri lati. Questa configurazione garantisce che il testo sia ben centrato e che ci sia spazio sufficiente per eventuali annotazioni dei relatori o per mantenere un aspetto ordinato.
Un suggerimento utile? Se stai utilizzando un programma come Microsoft Word o Google Docs, crea un modello di documento con queste impostazioni fin dall’inizio, così eviterai di dover riformattare tutto alla fine.
Il carattere: leggibile, non creativo
Quando si tratta di scegliere il carattere per la tua tesi, la regola d’oro è una sola: leggibilità. Non è il momento di sperimentare con font artistici o quelli che sembrano “belli” ma rischiano di distrarre chi legge. La tesi deve essere chiara, professionale e facile da consultare.
I caratteri più utilizzati – e universalmente accettati – sono Times New Roman e Arial. Entrambi offrono un equilibrio perfetto tra sobrietà e leggibilità, adattandosi bene al formato accademico. Per il corpo del testo, scegli una dimensione standard di 12 pt, che garantisce una lettura scorrevole senza risultare né troppo piccola né troppo grande.
Per i titoli o le testazioni, puoi giocare con una dimensione leggermente maggiore, come 14 pt o 16 pt, per creare una gerarchia visiva chiara. Evita comunque l’uso di colori vivaci o decorazioni inutili: la semplicità è sempre la scelta vincente.
La spaziatura: lascia respirare il testo
Quando si tratta di scrivere una tesi, la spaziatura tra le righe non è un dettaglio trascurabile. Anzi, è uno degli elementi che più influisce sulla leggibilità del testo e sull’aspetto complessivo del documento. Una spaziatura ben scelta permette al tuo lavoro di “respirare”, rendendo la lettura più scorrevole e gradevole.
Nella maggior parte dei casi, è richiesta una spaziatura 1,5 o doppia. Questo non solo facilita la lettura, ma lascia anche lo spazio necessario per eventuali annotazioni da parte del relatore o della commissione. Inoltre, una spaziatura adeguata dà un aspetto più professionale al tuo elaboratore, evitando che sembri troppo “compresso”.
Evita assolutamente la spaziatura singola: anche se potrebbe sembrare una soluzione pratica per risparmiare spazio, il risultato sarà un testo visivamente “soffocante” e poco invitante da leggere.
Struttura e gerarchia visiva: organizzare la tesi con chiarezza
Un’impaginazione ordinata non riguarda solo margini e font: la struttura visiva del testo è altrettanto fondamentale. Quando un lettore apre la tua tesi, deve subito percepire ordine e chiarezza, grazie a una gerarchia ben definita tra titoli, sottotitoli e corpo del testo.
Inizia con i titoli dei capitoli, che devono essere ben visibili e immediatamente riconoscibili. Di solito, si utilizza il grassetto e una dimensione più grande rispetto al resto del testo, per dare loro la giusta rilevanza.
Passando ai sottotitoli, puoi optare per il corsivo o il grassetto, ma assicurati che siano sempre più discreti rispetto ai titoli principali. Una dimensione leggermente inferiore e uno stile uniforme aiutano a mantenere la gerarchia chiara e leggibile.
Il corpo del testo, invece, deve essere semplice e omogeneo: evita variazioni di colore, sottolineature o effetti grafici inutili. La coerenza è la chiave per un documento professionale.
Per rendere tutto più semplice, sfrutta, inoltre, le funzioni di formattazione automatica offerte dai programmi di scrittura come Microsoft Word o Google Docs. Creare stili predefiniti per titoli, sottotitoli e corpo del testo ti aiuterà a mantenere un layout coerente in tutta la tesi e a risparmiare tempo nei ritocchi finali.
Uso del corsivo: quando e come usarlo nella tesi
Il corsivo è uno strumento prezioso nella formattazione di una tesi, ma va usato con cura e criterio. Non è solo una scelta estetica, ma una convenzione tipografica che aiuta a comunicare informazioni in modo chiaro e professionale.
Ecco i tre casi principali in cui è opportuno utilizzare il corsivo:
- Titoli di libri, riviste e periodici
Quando citi un libro, una rivista o un periodico, usa il corsivo per il titolo. Evita alternativa come sottolineature, grassetto o virgolette: il corsivo è lo standard riconosciuto. Ad esempio: La coscienza di Zeno o Il Corriere della Sera . - Enfasi su parole o espressioni specifiche
Se vuoi dare rilievo a una parola o un’espressione particolare, il corsivo è la scelta migliore. È discreto e professionale, al contrario del grassetto o del sottolineato, che potrebbe risultare invasivo. Ad esempio: “Questo concetto è fondamentale per comprendere il fenomeno.” - Termini in lingue straniere
Per termini o espressioni in lingue straniere, compreso il latino e il greco, il corsivo è obbligatorio. Ad esempio: homo sapiens, laissez-faire, zeitgeist. Fanno eccezione le parole straniere ormai integrate nella lingua italiana, come computer, manager, partner o chic, che non richiedono il corsivo.
La bibliografia: precisione maniacale per un lavoro impeccabile
Spesso considerata un semplice elenco di fonti, la bibliografia è in realtà una parte fondamentale del tuo lavoro, perché riflette la solidità della tua ricerca e la tua cura nei dettagli.
La prima regola d’oro è seguire uno stile coerente per indicare autori, titoli, date e altri dettagli: studiale con attenzione e applicale senza errori.
Dal punto di vista visivo, utilizza l’allineamento giustificato per creare un aspetto ordinato e professionale. Assicurati che ogni voce sia correttamente formattata, con spaziatura adeguata e senza errori di battitura.
Infine, verifica che tutte le fonti citate nel testo siano presenti in bibliografia e che non manchi nulla. Una bibliografia incompleta o disorganizzata può compromettere la credibilità della tua tesi; quindi, dedica il tempo necessario a controllarla con precisione.
Revisione prima della stampa: il passo finale per una tesi perfetta
Dopo mesi di lavoro, ricerche e scrittura, sei finalmente arrivato al momento della stampa della tua tesi. Ma attenzione: non correre! Prima di inviare tutto in tipografia, prenditi il tempo necessario per una revisione finale. È un passaggio fondamentale per evitare errori che potrebbero compromettere la presentazione del tuo lavoro.
Se possibile, chiedi a qualcuno di fiducia di dare un’occhiata: un occhio esterno può essere prezioso per individuare errori o suggerire miglioramenti.
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