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Diritto allo studio: la guida completa

Hai mai sentito parlare di diritto allo studio per lavoratori? Molto probabilmente sì. Soprattutto se sei un lavoratore che desidera completare o proseguire i suoi studi. I permessi per lo studio sono un diritto sancito da un’apposita normativa. Se sei un datore di lavoro, un responsabile delle risorse umane o un lavoratore, devi conoscere questo diritto e tenerne conto. 

La legge italiana, insieme alle disposizioni previste dai vari CCNL, permette a chi studia e lavora di usufruire di permessi studio per la preparazione degli esami e per la frequenza di corsi universitari e non solo.  

Per saperne di più, abbiamo realizzato una guida completa al diritto allo studio per i lavoratori. Dalla normativa alla documentazione per farne richiesta: ecco tutto quello che c’è da sapere. 

Diritto allo studio lavoratori: cosa dice la normativa

Quando si parla di normativa sul diritto allo studio per i lavoratori si fa riferimento alla legge n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori). Cosa prevede nello specifico questa normativa e quali sono le agevolazioni per i lavoratori che intendono farne richiesta? 

L’articolo 10 della legge stabilisce che: 

I lavoratori studenti, iscritti e frequentanti corsi regolari di studio in scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque abilitate al rilascio di titoli di studio legali, hanno diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami e non sono obbligati a prestazioni di lavoro straordinario o durante i riposi settimanali. 

I lavoratori studenti, compresi quelli universitari, che devono sostenere prove di esame, hanno diritto a fruire di permessi giornalieri retribuiti. 

Il datore di lavoro potrà richiedere la produzione delle certificazioni necessarie all’esercizio dei diritti di cui al primo e secondo comma. 

Come vedi, agli studenti lavoratori sono riconosciuti dei permessi per lo studio. Questi permessi sono retribuiti. Non solo, i lavoratori hanno diritto anche a dei turni di lavoro in grado di agevolare la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami. 

Credits: [baranq]/Depositphotos.com

Permessi studio: come funzionano?

Allora, come funzionano i permessi studio 150 ore della normativa? Secondo la legge, possono farne richiesta gli studenti lavoratori iscritti ai corsi per ottenere:  

  • diploma di istruzione primaria e secondaria 
  • laurea triennale 
  • laurea magistrale 
  • master universitari post-laurea 
  • corsi di qualificazione professionale, inclusi i corsi di abilitazione e riconversione professionale 

Inoltre, la normativa specifica che gli enti e le scuole che rilasciano gli attestati di formazione devono essere statali o paritarie legalmente riconosciute. In generale, devono essere enti o scuole abilitate al rilascio di titoli di studio legali. 

Ti stai chiedendo ma le 150 ore di diritto allo studio e l’università telematica sono compatibili? La risposta è affermativa. Ovviamente, il requisito fondamentale è che gli atenei online siano legalmente riconosciuti e abilitati. 

L’università online Niccolò Cusano, per esempio, rientra tra le università telematiche adatte agli studenti lavoratori. L’ateneo, infatti, è stato ufficialmente riconosciuto tramite decreto ministeriale.

Un’altra delle condizioni per usufruire del diritto allo studio per lavoratori è la concomitanza tra le lezioni e l’orario lavorativo. Sono esclusi, infatti, dal beneficio dei permessi i corsi serali e i corsi telematici svolti fuori dall’orario di lavoro. Ovviamente, se il lavoro è serale, sono ammessi i permessi anche per i corsi svolti di sera.  

Ricordiamo, inoltre, che i lavoratori studenti che usufruiscono dei permessi di 150 ore di diritto allo studio della normativa non hanno obbligo di prestazione straordinaria. In altre parole, il permesso non deve essere recuperato con ore di straordinario o durante i riposi settimanali.  

Diritto allo studio 150 ore normativa: come sono retribuiti i permessi?

I permessi studio sono retribuiti secondo paga ordinaria. Non solo, come le ore effettivamente lavorate consentono di maturare le ferie, i permessi, le mensilità aggiuntive e il TFR.  

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CCNL permessi studio: le disposizioni dei contratti collettivi

Finora abbiamo visto in linea generale cosa dice la normativa sul diritto 150 ore per lo studio, ovvero la legge n. 300/1970. Ma ci sono altre direttive che regolano il diritto allo studio dei lavoratori, ovvero le disposizioni dei vari CCNL. Con la sigla CCNL si intendono i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro. Insieme allo Statuto dei Lavoratori (legge n. 300/1970), i CCNL regolano durata e modalità dei permessi. Ecco, in linea di massima, cosa prevedono i vari CCNL: 

    • il limite massimo dei permessi per il diritto allo studio è fissato in 150 ore  per singolo lavoratore  
    • i permessi studio sono concessi al 3% del personale. Se le richieste superano il limite del 3%, i datori di lavoro procedono alla concessione secondo un ordine di priorità definito dalla legge 
    • nel caso di un corso con durata di 300 ore, ripartite su due anni solari, è possibile concedere anche 300 ore di permesso 
    • il lavoratore studente ha diritto ai permessi studio previsti per sostenere gli esami dei corsi relativi a lauree triennali e magistrali, corsi post-universitari, corsi di istruzione primaria, corsi di istruzione secondaria e di qualificazione professionale 
    • i permessi studio possono essere usufruiti solo per corsi in concomitanza con l’orario di lavoro 

Nel caso di lavoratori interessati a usufruire dei permessi studio per completare la scuola dell’obbligo (licenzia media per esempio), il limite delle 150 ore per anno solare diventa meno rigido. É possibile, infatti, ottenere permessi fino a 250 ore annuali. Non solo, i lavoratori possono richiedere fino a 11 mesi di sospensione non retribuita per concludere la scuola dell’obbligo.  

Contratti che permettono di usufruire delle 150 ore di diritto allo studio

Quali sono i contratti lavorativi che danno diritto ai permessi studio per il lavoro privato e pubblico? Come avrai intuito, il diritto allo studio per i lavoratori si applica a categorie specifiche. 

La possibilità di usufruire di questo tipo di permesso retribuito riguarda, essenzialmente, tre categorie di lavoratori: 

  • personale con contratto indeterminato full time 
  • dipendenti con contratto indeterminato part-time verticale 
  • personale con contratto a tempo determinato di almeno 6 mesi continuativi 

Non possono usufruire, quindi, del permesso studio i lavoratori con contratto a progetto e i professionisti con Partita Iva. In altre parole, i permessi studio non vengono rilasciati quando il lavoratore non ha una situazione contrattuale stabile.  

Le 150 ore poi sono concesse ai dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale verticale in base alla regola della proporzionalità. Nel caso di rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo orizzontale, trova ugualmente applicazione la regola della proporzionalità. 

Come ricevere i permessi allo studio: la documentazione richiesta

Terminiamo la nostra guida sul diritto allo studio per i lavoratori con la documentazione richiesta per l’erogazione dei permessi. 

Lo Statuto dei Lavoratori stabilisce che il datore di lavoro ha il diritto di richiedere al lavoratore la seguente documentazione: 

  • indicazione del soggetto erogante la formazione (università, scuola o ente privato) 
  • documentazione contenente la specifica delle ore o dei giorni di permesso richiesti per seguire il corso o sostenere la prova d’esame 
  • attestato di frequenza che certifichi la concomitanza dei corsi con l’orario lavorativo 

Per richiedere questa documentazione, i datori possono: 

  • inviare una comunicazione scritta tramite posta ordinaria o posta elettronica 
  • specificare la richiesta nel regolamento aziendale 
  • affiggere un avviso visibile nei locali destinati all’attività lavorativa 

I lavoratori studenti hanno l’obbligo di fornire tutta la documentazione al datore di lavoro o al responsabile delle risorse umane. La normativa non prevede un periodo minimo entro il quale il dipendente deve notificare la richiesta l’azienda. Sarebbe buona prassi, però, da parte del datore di lavoro stabilire un margine di preavviso. Se lo studente lavoratore non presenta tutta la documentazione richiesta, perde il diritto a ottenere i permessi per lo studio.  

Sul diritto allo studio per i lavoratori abbiamo detto davvero molto. Nella speranza che la nostra guida ti sia stata utile, ti auguriamo di conciliare lavoro e studio e realizzare il sogno di una laurea. 

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Credits: [olly18]/Depositphotos.com

Tags: servizi università

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