Prendersi un anno sabbatico: quali sono i pro e i contro? L’idea di concedersi una pausa dalla propria vita quotidiana piace a tutti. L’anno sabbatico, però, non va considerato solo come un momento di stop dalle responsabilità, dal lavoro o dalla scuola. Al contrario, si tratta di un’importante opportunità di riflessione prima di prendere decisioni importanti, come il percorso universitario o lavorativo da intraprendere.
Come capire se un anno sabbatico è la strada da percorrere in caso di confusione sul proprio futuro? La guida qui sotto aiuta a fare chiarezza e a sfruttare al meglio questo periodo di pausa.
Cosa vuol dire anno sabbatico?
La tradizione dell’anno sabbatico è di origine ebraica. Ogni sette anni, infatti, la legislazione ebraica prevedeva 12 mesi di pausa durante i quali venivano liberati gli schiavi, si interrompeva la coltivazione dei campi e si condonavano i debiti ai pagatori insolventi. Si trattava cioè di un anno in cui si concedeva ai cittadini la possibilità di azzerare la vita precedente per ricominciare daccapo. Gli schiavi, per esempio, potevano vivere da uomini liberi e i pagatori in difficoltà potevano togliersi il peso del denaro da restituire dalle spalle.
Oggi l’anno sabbatico (in inglese gap year) funziona allo stesso modo. È un momento in cui ci si ferma per interrompere un periodo negativo, arginare una fase di confusione e frustrazione, mettere le distanze tra sé e una situazione fonte di stress e angoscia. Terminato poi l’anno di pausa è davvero possibile dare una nuova direzione alla propria vita.
In molti paesi, per esempio, le università concedono ai professori un anno sabbatico ogni sette anni. Si tratta di un periodo in cui i docenti sono esonerati dall’attività didattica e possono dedicarsi solo alla ricerca.
Quando prendersi un anno sabbatico?
Uno dei momenti migliori per prendersi un anno sabbatico è alla fine delle scuole superiori. Una volta concluso il ciclo delle superiori, infatti, si apre una fase molto importante da cui dipende il futuro di una persona.
Non sempre, però, si ha la maturità per fare la scelta giusta. A soli 19 anni la conoscenza di sé stessi non è così profonda da sapere con esattezza cosa si vuole fare nella vita. Le idee potrebbero essere così confuse da indurre a commettere qualche passo falso. Prendersi 12 mesi per decidere potrebbe rivelarsi la scelta più saggia per rispondere a domande come: a quale facoltà mi iscrivo? Meglio lavorare subito o studiare?
L’anno sabbatico è un’ottima soluzione anche quando il percorso universitario è in fase di stallo. Nei classici momenti in cui lo studio non decolla, gli esami diventano un macigno insormontabile, l’ansia cresce e la sensazione di fallimento mina il proprio equilibrio interiore, è bene prendersi una pausa. È inutile, infatti, continuare a incaponirsi quando manca lo slancio e si vede davanti a sé solo una strada in salita.
In queste situazioni è meglio fermarsi, staccare la spina e fare qualcosa di completamente diverso. Mettere la giusta distanza dalle difficoltà aiuta a ridimensionarle e a trovare la strada per uscire dall’impasse. Ma come sfruttare al meglio l’anno sabbatico per trarne il maggiore vantaggio possibile? Ecco a te qualche suggerimento utile.
Trasferirsi all’estero per un periodo di tempo
Cosa fare in un anno sabbatico? Viaggiare. Lasciare la propria casa e la propria città consente di imparare a conoscersi. Un’esperienza all’estero aiuta a capire quali sono i propri limiti e i propri punti di forza. La cosa migliore sarebbe abbinare il viaggio con una piccola esperienza lavorativa in modo da potersi anche mantenere, senza far ricadere la scelta sulla famiglia.
Esistono diversi programmi, per esempio, per lavorare nelle fattorie in giro per il mondo, dall’Australia alla Nuova Zelanda fino ai paesi europei come l’Irlanda, la Germania, la Danimarca e così via. Per farsi un’idea di cosa si tratta si può fare riferimento al programma WOOF (World Wilde Opportunities in Organic Farms). Cimentarsi con un’attività, anche manuale, aiuta senza dubbio a fare chiarezza sulla scelta tra università e lavoro.
Imparare una lingua straniera
Nel mondo dell’università e del lavoro la conoscenza di una lingua straniera è fondamentale. Si può impiegare il proprio anno sabbatico con un corso intensivo, che includa anche un periodo di permanenza all’estero.
Ci sono diverse opportunità per trascorrere del tempo in una famiglia ospitante come ragazzo o ragazza alla pari. In questo modo si ha la possibilità di parlare quotidianamente con dei madrelingua, migliorando la propria capacità di fare conversazione quasi senza accorgersene.
Fare volontariato
Dedicarsi al volontario è un modo per sfruttare appieno l’anno sabbatico. Le attività di volontariato, infatti, sono molto coinvolgenti dal punto di vista personale ed emotivo. Si ha modo di scoprire aspetti della propria personalità nuovi e sconosciuti e di migliorare la conoscenza di sé, vera bussola che permette di fare le scelte giuste per la propria vita.
La Comunità Europea, per esempio, ha creato un programma di volontario a lunga permanenza fino a 12 mesi. Si tratta dell’ESC – Corpo Europeo di Solidarietà. È un’esperienza di volontariato internazionale a cui possono partecipare persone dai 17 ai 30 anni. Il programma copre vitto e alloggio e persino le spese di andata e di ritorno da e verso il paese di destinazione. Non solo, i volontari ricevono un pocket money mensile per le piccole spese personali. In questo modo si ha l’opportunità di fare volontariato e di essere autonomi allo stesso tempo.
Il Corpo Europeo di Solidarietà è solo una delle opzioni possibili. Esistono, infatti, tante opportunità per fare volontariato durante l’anno sabbatico, sia in Italia che all’estero.
Viaggiare zaino in spalla
Se il problema è l’autostima, uno dei modi migliori per usare l’anno sabbatico è organizzare un viaggio zaino in spalla. Si tratta di una formula che sviluppa l’efficienza, la capacità di trovare soluzioni creative, la sicurezza in se stessi e l’abilità nel risolvere i problemi.
Basta fissare un budget e organizzarsi al meglio per rimanere fuori più tempo possibile, viaggiando in uno o più paesi. Non sarà un’esperienza semplice, ma consente di mettersi davvero alla prova e di tornare a casa più forti e fiduciosi.
Anno sabbatico: vantaggi e svantaggi
L’anno sabbatico dopo la scuola e l’anno sabbatico dall’università consentono entrambi di riconnettersi con sé stessi. Spesso, si intraprendono percorsi senza riflettere abbastanza. Il tempo è un fattore determinante e nella maggior parte dei casi rema contro. Per scegliere l’università, per esempio, bisognerebbe avere più mesi a disposizione, perché iscriversi a una facoltà piuttosto che a un’altra determina il corso di una vita.
Il grande vantaggio dell’anno sabbatico è nella possibilità di fare chiarezza, ma è vero anche che lo svantaggio principale è nel tempo. Se ci si iscrive all’università più tardi, si termineranno gli studi più tardi. La consapevolezza di sé acquisita, però, riduce il rischio di incorrere in intoppi lungo il cammino. Il percorso cioè diventa più sereno e si hanno maggiori chance di evitare di andare fuori corso.
Non solo, durante l’anno sabbatico si coltivano le cosiddette soft skill, vale a dire le qualità personali che rendono un individuo adatto a una determinata professione. Oggi, le aziende valutano con attenzione queste qualità perché un candidato con un ottimo curriculum di studi potrebbe non avere le capacità personali adatte a un determinato ruolo. L’anno sabbatico, invece, consente di individuare le proprie attitudini personali (capacità di risolvere i problemi, tendenza alla leadership ecc.). Capire quali sono le proprie soft skill aiuta a individuare la propria professione del futuro.
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