
Amministratore giudiziario: chi è, cosa fa, quanto guadagna
Cosa significa essere un amministratore giudiziario?
Un amministratore giudiziario è una figura professionale che, nei casi più gravi di irregolarità nella gestione di una società, viene nominata dal giudice per ripristinare la legalità e la corretta amministrazione. Questo professionista opera a stretto contatto con il giudice delegato. L’amministratore giudiziario assume un ruolo cruciale nella gestione di beni sequestrati o confiscati durante procedimenti penali, che possono includere patrimoni, merci, aziende, conti correnti, titoli, e proprietà mobili e immobili.
L’amministratore giudiziario è considerato:
- Un ausiliare del giudice: non nel senso di consulente tecnico, ma come soggetto qualificato per attuare il riassetto societario disposto dal tribunale.
- Un pubblico ufficiale: come stabilito dall’art. 93 disp. att. c.c..
- Organo legale della società: nel senso che gli atti compiuti dall’amministratore sono imputati alla società.
- Soggetto tenuto alla diligenza professionale: deve adempiere ai doveri del proprio incarico con la stessa diligenza richiesta agli amministratori elettivi, come previsto dall’art. 2392 c.c..
L’amministratore giudiziario non è un soggetto terzo rispetto alla società, a differenza del curatore fallimentare. È soggetto ai doveri degli amministratori elettivi e alle disposizioni penali in materia di società. Il suo obiettivo principale è ripristinare la legalità nell’amministrazione della società, perseguendo l’interesse sociale e cercando di conciliare l’eliminazione delle irregolarità con lo scopo di lucro della società.
Quali sono i poteri dell’amministratore giudiziario?
I poteri dell’amministratore giudiziario sono definiti dal decreto di nomina e possono variare in base alle irregolarità riscontrate. In generale, l’amministratore:
- È privato dell’amministrazione della società nei limiti dei poteri conferitigli.
- Ha il potere di stare in giudizio, anche per le controversie pendenti, in funzione della gestione societaria.
- Ha poteri gestori definiti dal tribunale, che includono la possibilità di compiere atti di ordinaria amministrazione senza autorizzazione del tribunale.
- Deve ottenere l’ autorizzazione del tribunale per gli atti di straordinaria amministrazione.
- Può essere investito dei poteri dell’assemblea per determinati atti, con l’approvazione del tribunale per l’efficacia delle delibere. Questi poteri sono conferiti per superare situazioni di paralisi assembleare.
I poteri dell’assemblea che possono essere conferiti all’amministratore giudiziario includono:
- L’approvazione dei bilanci (anche se questo punto è controverso).
- La nomina del collegio sindacale e del revisore contabile.
- La decisione sulla distribuzione degli utili.
- L’approvazione di rinunce e transazioni relative ad azioni di responsabilità.
- La modifica dello statuto sociale.
- La decisione sull’aumento o la riduzione del capitale sociale.
- La richiesta di ammissione della società a procedure concorsuali.
L’amministratore giudiziario deve redigere relazioni e rendiconti periodici per monitorare l’attività svolta e presentare un rendiconto finale al termine del procedimento. Può anche presentare istanze per provvedimenti straordinari, se necessario.
La gestione della società da parte dell’amministratore giudiziario non è soggetta alla diretta direzione del tribunale. Il tribunale non può sostituirsi all’amministratore nelle decisioni gestionali, ma può revocarlo dall’incarico.
Quando viene nominato l’amministratore giudiziario?
L’amministratore giudiziario viene nominato dal tribunale nei casi più gravi in cui si sospetta che gli amministratori di una società abbiano commesso irregolarità violando i loro doveri. La nomina avviene in seguito a una denuncia e dopo una serie di verifiche da parte del tribunale, che includono:
- L’audizione dei resistenti.
- L’esame della documentazione depositata in giudizio.
- L’acquisizione dei risultati dell’ispezione giudiziale.
- La conclusione infruttuosa di un tentativo di soluzione endosocietaria.
- La valutazione dell’insufficienza di provvedimenti provvisori per eliminare le irregolarità.
La nomina può avvenire anche in caso di sequestro preventivo di beni nel corso di un procedimento penale. In caso di confisca, il giudice nomina un amministratore giudiziario per garantire la corretta custodia, conservazione e amministrazione dei beni. Quando i beni sequestrati sono imprese o società, l’amministratore deve assicurare che la produzione aziendale continui e che i posti di lavoro non siano a rischio.
La nomina dell’amministratore giudiziario non deve necessariamente essere preceduta dalla revoca degli amministratori e dei sindaci in carica, ma può conseguire anche alla sola revoca degli amministratori. I sindaci, quindi, possono coesistere con l’amministratore giudiziario.
Il decreto di nomina dell’amministratore giudiziario, che sostituisce la precedente sentenza, deve essere iscritto nel Registro delle Imprese.
Come diventare amministratore giudiziario?
Per diventare amministratore giudiziario, il primo requisito imprescindibile è il conseguimento della laurea in Giurisprudenza, anche attraverso corsi di laurea in giurisprudenza online. Oltre a questa base accademica, è necessario soddisfare specifici criteri di formazione, esperienza e onorabilità.
L’iscrizione all’Albo nazionale degli Amministratori giudiziari rappresenta un passaggio fondamentale. Per accedervi, occorre essere cittadini italiani e presentare la relativa domanda online attraverso il portale dei servizi telematici del Ministero della Giustizia. L’abilitazione professionale è un altro requisito essenziale: bisogna essere iscritti da almeno cinque anni all’Albo degli Avvocati o all’Albo dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili, maturando esperienza professionale in questi ambiti. In alternativa, l’iscrizione può avvenire con almeno tre anni di appartenenza agli albi citati, a condizione di aver frequentato con successo corsi post-laurea in gestione aziendale o trattamento delle crisi aziendali. Un’ulteriore via d’accesso è rappresentata dall’aver già svolto l’attività di amministratore giudiziario nei cinque anni antecedenti al 18 maggio 2016, data dell’entrata in vigore della normativa ministeriale.
L’esperienza nella direzione delle imprese e nella gestione delle crisi aziendali assume un valore particolare per l’iscrizione alla sezione dedicata agli esperti in gestione aziendale. Tuttavia, non tutti possono accedere alla professione: esistono stringenti requisiti di onorabilità. Non possono essere iscritti coloro che si trovano in stato di interdizione temporanea o sospensione dagli uffici direttivi delle imprese, chi ha subito sanzioni disciplinari gravi negli ultimi dieci anni, chi è stato sottoposto a misure preventive, salvo riabilitazione, e chi ha riportato condanne definitive per determinati reati economici e societari.
L’iscrizione all’albo comporta il versamento di un contributo fisso di 100 euro, a cui si aggiunge una quota annuale di pari importo, da corrispondere entro il 31 gennaio di ogni anno. Inoltre, gli amministratori giudiziari hanno l’obbligo di comunicare all’albo tutte le nomine ricevute, le eventuali situazioni di incompatibilità e i compensi percepiti, garantendo così trasparenza e conformità alle disposizioni normative.
Lo stipendio di un amministratore giudiziario si aggira intorno ai 95.000 euro all’anno, cifra variabile in base alla complessità degli incarichi affidati, all’esperienza maturata e al numero di amministrazioni giudiziarie gestite.
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