I litigi in famiglia sono assolutamente normali. E se affrontati e gestiti nel modo giusto, possono addirittura diventare costruttivi e migliorare le relazioni.
Una lite in famiglia può scoppiare tra marito e moglie, tra genitori e figli o tra fratelli.
Dai più seri a quelli più futili, i motivi per i quali nella quotidianità familiare nascono divergenze e conflitti sono infiniti.
A prescindere dall’argomento, oggetto di discussione, è importante evitare che il litigio degeneri e provochi ripercussioni, anche gravi, sui membri della famiglia coinvolti.
Persone che litigano: cos’è il conflitto?
Le persone che litigano sono presenti in qualsiasi contesto: a lavoro, in famiglia, a scuola, in un gruppo di amici.
Il conflitto fa parte della natura umana e può generarsi in qualunque tipologia di relazione e per qualsiasi motivo, più o meno serio.
Non necessariamente, però, il litigio è negativo. Se gestito in maniera costruttiva, permette di conoscere meglio se stessi e le altre parti coinvolte (partner, figli, fratelli ecc.).
Il conflitto ‘sano’ genera confronto e permette di crescere e migliorare.
Secondo lo psicologo americano John Gottmann, gli aspetti che possono causare problemi all’interno di una relazione sono:
- la critica
- il disprezzo (sarcasmo e insulti)
- l’ostruzionismo (interruzione della comunicazione, rifiuto al confronto)
- l’atteggiamento difensivo (ricerca continua di scuse per giustificare i propri errori)
Genitori che litigano
Tra i litigi in famiglia più comuni ci sono quelli tra moglie e marito. I genitori che litigano diventano un problema quando non riescono a risolvere la lite.
L’esposizione di figli piccoli a continue liti è molto pericolosa. I bambini, infatti, reagiscono sviluppando un forte sentimento di angoscia.
Se il litigio ha una certa componente di aggressività verbale, per esempio, i bambini tendono persino a intervenire e a sentirsi minacciati e impauriti. Crescere in una famiglia in cui si litiga sempre, tra l’altro, ha delle ripercussioni anche sull’individuo adulto. Essere esposti a un alto livello di conflittualità tra i coniugi quando si è piccoli, rischia di minare l’autostima e di generare problemi nella gestione dei rapporti personali e di coppia.
I genitori che litigano devono imparare a gestire i propri conflitti e a comunicare ai figli l’avvenuta risoluzione. Se i bambini si accorgono che è tornata la pace o viene loro spiegato in maniera semplice che i genitori si sono impegnati a fare la pace, il sentimento di angoscia non ha più ragion d’essere.
Litigare con i genitori a 40 anni
I litigi in famiglia non avvengono solo tra i coniugi. Si può litigare con i genitori a 40 anni. La conflittualità tra genitori e figli adulti è molto diffusa e genera crisi e rotture particolarmente serie. Ma quali sono i motivi del conflitto?
- la presenza ingombrante nella propria vita dei genitori
- la scelta da parte dei figli di uno stile di vita opposto a quello genitoriale e, perciò, fonte di incomprensioni
- la difficoltà nel prendersi cura di genitori anziani
- la scelta dei figli di trasferirsi altrove per vivere la propria vita fuori dalla cerchia familiare
- la dipendenza affettiva dai genitori non risolta
Spesso, il conflitto si genera per l’idea dei figli di essere incompresi e per il sentimento di inadeguatezza dei genitori. Sono tanti anche i casi in cui i figli si sentono arrabbiati e hanno la percezione di avere genitori con una personalità narcisista. Ma come fare pace con la mamma o con il papà a 40 anni? Esiste un modo per gestire i conflitti.
Imparare a litigare in modo costruttivo
Il litigio può rappresentare un momento di crescita e cambiamento o un momento di crisi. Sono i protagonisti della lite ad avere il potere di decidere.
Il presupposto fondamentale per un litigio costruttivo è la capacità di sostenere la presenza aggressiva dell’altro. Per ‘presenza aggressiva’ non si intende ‘violenta’ ma semplicemente l’insieme delle tensioni che l’altro porta dentro di sé.
Chi litiga deve saper accettare l’altro, il suo carattere e i suoi difetti.
Alla base di una lite costruttiva, secondo Gottmann, ci devono essere i seguenti presupposti:
- predisposizione all’ascolto: ascoltare le motivazioni dell’altro e mostrare empatia
- predisposizione al dialogo e al confronto
- disponibilità a non giudicare l’altro e a evitare le critiche
Come risolvere una lite di coppia
Cosa fare quando i genitori litigano? Rivolgersi a uno psicologo specializzato in mediazione familiare.
Prima di farlo, però, è bene verificare se si tratta o meno di liti sane. Un conflitto è sano quando l’argomento viene affrontato in ogni suo aspetto per un tempo limitato e quando la tensione è a un livello gestibile, vale a dire quando i litiganti evitano le cosiddette ‘degenerazioni’ determinate da rabbia e impulsività.
Le liti sono sane se c’è il rispetto delle idee dell’altro e la comunicazione non è distruttiva.
Nei casi in cui i soggetti non riescono a tenere basso il livello di tensione, è bene cominciare a pensare a una terapia.
Cosa fare quando si litiga: consigli pratici
L’approccio alla lite e la relativa gestione sono fondamentali per rendere il conflitto costruttivo e produttivo.
Come fare? Qui sotto, qualche suggerimento utile:
- ascoltare
- evitare conclusioni affrettate
- evitare di fuggire dalla lite
- evitare offese inutili
- mettersi nei panni dell’altro
- evitare di discutere in presenza di altre persone
Litigi in famiglia: il supporto psicologico
I litigi in famiglia non dovrebbero mai essere violenti.
Nel momento in cui lo diventano, bisogna correre ai ripari intervenendo per evitare degenerazioni pericolose.
Il primo passo, per nulla scontato, è identificare i comportamenti violenti.
Spesso, infatti, si tende a banalizzare e a chiudere un occhio. Queste reazioni non sono positive e possono portare a conseguenze serie.
Tra i campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione rientrano:
- insulti, minacce e intimidazioni
- violenza verbale
- prevaricazione fisica
- imprevedibilità
- scarsa tolleranza delle idee altrui
- annullamento dell’altro
- scarso autocontrollo e manifestazioni di rabbia improvvise ed eccessive
Si tratta di segnali di tensioni potenzialmente pericolose per lo sviluppo psicologico dei figli e per la serenità della coppia genitoriale.
Molti di questi conflitti si generano durante le fasi di separazione o divorzio. Laddove sussistono divergenze serie, difficoltà di comunicazione, ritrosia a rispettare gli accordi o i provvedimenti presi dal tribunale interviene la ‘coordinazione genitoriale’.
Si tratta di un processo di risoluzione delle controversie rivolto ai genitori, che si focalizza sui minori e sulle relative necessità. In altre parole, è un processo che mira a prevenire eventuali danni psicologici nei figli coinvolti nella separazione dei genitori.
Parliamo quindi di un intervento che presuppone una professionalità specifica.
Non a caso, sono stati attivati numerosi percorsi di specializzazione che mirano a fornire le competenze e le conoscenze fondamentali per operare in un campo così delicato e complesso.
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