La denuncia per stalking figura tra le tematiche di grande attualità.
I casi che riguardano la persecuzione sono purtroppo all’ordine del giorno e i dati statistici confermano un costante aumento del fenomeno.
Gli atti persecutori sono identificati come reati e in quanto tali sono disciplinati dall’ordinamento italiano.
Prima di addentrarci nei meandri della normativa e della regolamentazione relativa alla denuncia per stalking è d’obbligo familiarizzare con il concetto.
Cosa si intende per stalking
Il termine ‘stalking’ deriva dal verbo inglese ‘to stalk’ che tradotto in italiano significa ‘inseguire’, ‘fare la posta’.
Lo stalking è un reato che consiste in un comportamento persecutorio, reiterato, messo in atto da un soggetto persecutore, denominato ‘stalker’, nei confronti della sua vittima.
Il comportamento di cui sopra si manifesta sotto forma di minacce, molestie e atti lesivi che provocano nella vittima paura e stati d’ansia.
Chi subisce persecuzione è costretto ad affrontare disagi sia fisici che psichici, che nel tempo arrivano a compromettere seriamente il normale svolgimento della vita quotidiana.
Non trattandosi di un fenomeno omogeneo non è possibile identificare un modello tipico di condotta né tanto meno è possibile profilare alla perfezione uno stalker.
I dati statistici aiutano tuttavia ad avere un’idea del profilo che più comunemente assume atteggiamenti e comportamenti da stalker. Nell’80% dei casi si tratta di uomini, quasi sempre ex partner o partner della vittima; in altri casi si tratta di vicini di casa, colleghi di lavoro, amici o semplici conoscenti.
A differenza di quello che sarebbe facile pensare non sempre il molestatore è un soggetto con precedenti penali, è dipendente da droghe/alcol o è affetto da disturbi mentali.
Il reato
Le condotte ritenute molestie o atti persecutori, e che rientrano pertanto nel reato di stalking, sono innumerevoli e di varia natura. Tra le più comuni rientrano atti come: sorvegliare, pedinare, aspettare, seguire i movimenti, raccogliere informazioni sulla vittima; e ancora appostarsi sotto casa, sul luogo di lavoro o addirittura introdursi in casa.
Rientrano negli atti persecutori anche la diffusione di dichiarazioni diffamatorie/oltraggiose e la minaccia di violenza nei confronti della vittima o delle persone a lei vicine (parenti, amici ecc.).
La normativa
Il reato di stalking è disciplinato dal Codice Penale ed è entrato a far parte dell’ordinamento italiano con il Decreto Legge n. 11 del 2009, convertito dalla Legge n. 38 del 2009.
All’articolo 612-bis ‘Atti persecutori’ la legge sullo stalking sancisce quanto segue:
“salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato d’ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.”
E’ previsto un aumento della pena: se il fatto è commesso da un coniuge o ex coniuge; se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità.
Riprendendo il testo dell’articolo la legge stabilisce che:
“Il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale. La querela è comunque irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate nei modi di cui all’art. 612, secondo comma. Si procede tuttavia d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio.”
Specializzazione in Atti persecutori
Trattandosi di una tematica tristemente attuale aumenta la richiesta di profili afferenti all’ambito legale specializzati in atti persecutori.
Con l’obiettivo di fornire ai neo-laureati in Giurisprudenza una prospettiva occupazionale più ampia l’Università Telematica Niccolò Cusano ha attivato il master in ‘Atti persecutori: il fenomeno dello stalking’.
Si tratta di un corso post-laurea di I livello, afferente alla Facoltà di Giurisprudenza, che mira a fornire ai corsisti le competenze necessarie per intervenire nel contesto in questione con il giusto approccio, sia giuridico che psicologico.
In particolare il master prevede l’approfondimento dei seguenti argomenti:
- Cenni storici, inquadramento e definizioni del fenomeno
- Legislazione italiana (L. 38/2009) e definizioni giuridiche sullo stalking
- La situazione internazionale
- Componenti, forme e caratteristiche dello stalking
- I comportamenti di molestia assillante e loro frequenza
- Dati epidemiologici, diffusione e problematicità in Italia
- Profilo dello stalker e caratteristiche
- Le motivazioni dello stalker
- Psicopatologia dello stalker
- Ipotesi interpretative. La dimensione relazionale dello stalker
- Come intervenire psicologicamente sullo stalker
- Gruppi psico-educativi per lo stalker
- Profilo della vittima di stalking e tipologie preferenziali
- Psicopatologia della vittima e pseudovittime
- Comportamenti adottati dalle vittime di stalking
- Conseguenze psicologiche sulla vittima
- Intervento delle forse dell’ordine. Il ruolo dell’operatore di polizia
- Casi clinici
Il master Unicusano ha un costo di 800,00 euro, il cui versamento è da suddividere in due rate di pari importo.
Per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria ed Esercito), i medici, gli avvocati iscritti all’ordine e i laureati presso l’Unicusano è prevista una quota ridotta, pari a 600,00 euro (da corrispondere in due rate).
Per ulteriori informazioni sul master online in Atti persecutori compila il form che trovi qui