Cosa si intende per wealth management? Guida pratica
Alla luce dei recenti eventi e delle relative conseguenze ‘catastrofiche’ sapere cosa si intende per wealth management è fondamentale per far fronte al difficile momento.
Pandemia e conflitti bellici hanno inferto un duro colpo all’economia mondiale, determinando notevoli cambiamenti per ciò che riguarda le priorità di investimento.
Negli individui diventa impellete la necessità di tutelare i propri risparmi; un’esigenza la cui rilevanza è direttamente proporzionale alla consistenza del patrimonio da tutelare.
L’attuale situazione motiva perfettamente la crescita del settore del wealth management, per il quale le stime prevedono un aumento del 67% entro il 2030.
Cresce quindi anche la richiesta di profili qualificati da parte di società specializzate e studi legali; una richiesta che determina interessanti prospettive professionali per gli esperti in materia.
Nel corso di questa guida analizzeremo nel dettaglio le potenzialità e le caratteristiche della gestione patrimoniale; cercheremo quindi di capire cos’è il wealth management e quali sono le opportunità per chi decide di approcciarsi professionalmente al settore.
Wealth management: cos’è
Iniziamo a familiarizzare con il concetto di wealth management partendo dal significato.
Il termine inglese wealth management, la cui traduzione in italiano diventa ‘gestione del patrimonio’ o ‘gestione patrimoniale’, consiste nell’insieme di strategie di investimento e prodotti finalizzati a raggiungere uno o più obiettivi finanziari.
Il servizio di gestione patrimoniale si concretizza in una forma di consulenza rivolta a chi desidera ottenere un profitto dai propri beni.
La principale attività del wealth management è la gestione del risparmio, che a sua volta prevede una serie di altre attività come ad esempio la pianificazione finanziaria, la gestione degli investimenti, la gestione di una serie di servizi finanziari correlati, la gestione degli strumenti legali di organizzazione del patrimonio.
Il management del patrimonio viene espletato attraverso due forme di servizi: la consulenza e la gestione.
La consulenza consiste nella fase di pianificazione, nell’ambito della quale il professionista, sulla base di un’attenta analisi della situazione patrimoniale del cliente, suggerisce gli strumenti finanziari più idonei a soddisfare le sue esigenze.
La consulenza include suggerimenti di natura finanziaria e di investimento, servizi di contabilità, pianificazione legale, fiscale e immobiliare, pianificazione del pensionamento, gestione del passaggio generazionale.
Tra gli aspetti approfonditi dall’attività consulenziale anche il rischio. Ciò significa che il wealth management implica anche il risk management.
La gestione identifica la fase operativa, come ad esempio l’acquisto di titoli per conto del cliente.
In tal caso il mandato può essere di due tipi:
- Mandato Oicr
- Mandato delle gestioni patrimoniali
Nello specifico, il mandato Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio) fa riferimento a fondi, ETF e Sicav, ovvero a tutti gli strumenti di gestione collettiva del risparmio che raccolgono capitali e li investono sul mercato finanziario sulla base di una precisa strategia.
La gestione patrimoniale a cui fa riferimento il punto 2 riguarda il mandato che l’investitore conferisce ad un professionista per la gestione del suo patrimonio finanziario.
A seconda dei casi il professionista può ricevere l’incarico di espletare entrambi i servizi oppure solo uno di essi.
Ciò che non cambia è la personalizzazione del servizio offerto, il quale deve essere sempre costruito sulle esigenze peculiari del cliente.
Per rendere completa la panoramica relativa alla gestione patrimoniale si rende necessario un breve approfondimento relativo all’asset management.
I concetti di wealth e asset management sono comunemente utilizzati come sinonimi, per indicare la gestione del patrimonio.
Tuttavia esistono alcune peculiarità sostanziali per le quali i due termini si differenziano.
Cerchiamo quindi di capire come funziona l’asset management.
Si tratta di una gestione che riguarda i risparmi e gli investimenti di privati e aziende; una gestione che riguarda i cosiddetti ‘asset’, ovvero le attività finanziarie (obbligazioni, azioni e liquidità) e le attività non finanziarie (immobili e patrimoni).
L’attività viene spesso affidata, tramite mandato, a società e profili specializzati, il cui compito è massimizzare il rendimento degli asset del cliente (azienda o privato).
La strategia attuata e gestita dagli esperti in materia viene denominata ‘asset allocation’ che consiste in pratica nella suddivisione degli asset da investire in vari settori.
I protagonisti
Comprese le finalità del wealth management, ovvero la sua importanza per quanto riguarda una gestione profittevole dei risparmi, passiamo ad analizzare i protagonisti.
Analizziamo quindi i soggetti che forniscono servizi professionali di gestione patrimoniale.
Partiamo dalle grandi banche, che nell’ambito dei servizi offerti alla clientela prevedono un’ampia gamma di soluzioni che riguardano una gestione efficace e produttiva del patrimonio.
Alcune banche prevedono una sezione di private banking, ovvero le private bank dedicate che si occupano di gestire una specifica fascia di clienti; in particolare, quelli che hanno peculiari esigenze finanziarie, patrimoniali e/o di investimento.
Esiste poi la figura del promotore finanziario, il quale è identificato come l’operatore autorizzato ad interfacciarsi con i clienti al di fuori di una banca, Sim o Sgr.
Il suo ruolo è proporre strumenti finanziari e servizi di investimento per conto di una società, fornendo nel contempo ai propri clienti consulenza e assistenza operativa.
Tra i protagonisti del wealth management rientrano anche le SGR, il cui acronimo identifica le Società di Gestione del Risparmio.
Si tratta di quelle società autorizzate a prestare il servizio di gestione collettiva del risparmio e di gestione su base individuale per conto terzi.
Secondo quanto definito dall’articolo 35 del Testo Unico sugli Intermediari, l’autorizzazione per svolgere tale tipologia di attività deve essere rilasciata dalla Banca d’Italia, previo passaggio attraverso la Consob.
Continuiamo l’elenco dei protagonisti del wealth management con le SIM, ovvero le Società di Intermediazione Mobiliare alle quali è riservato l’esercizio dei servizi che in prevalenza riguardano la gestione di patrimoni immobiliari.
L’attività delle SIM consiste nel collocare presso gli investitori titoli con o senza garanzie, occupandosi nel contempo degli aspetti che riguardano la pubblicità, la raccolta delle sottoscrizioni e di tutti gli altri adempimenti predefiniti.
Concludiamo con il famliy office, ossia con l’intermediario che opera in qualità di centro di coordinamento per la destinazione finanziaria e amministrativa dei portafogli di più famiglie ‘facoltose’.
Il suo ruolo è assistere le famiglie nei processi che riguardano le scelte (governance, arte, filantropia, ecc.) finalizzate a trasmettere il patrimonio alle generazioni successive.
Il cosiddetto ‘passaggio generazionale’ deve essere svolto nell’ottica di proteggere e allo stesso tempo far crescere il patrimonio.
I clienti
Dopo aver compreso nel dettaglio come funziona e quale finalità ha il wealth management è facile dedurre che non si tratta di un servizio rivolto a tutti, ma ad uno specifico target di clienti identificato con l’acronimo HNWI.
La sigla identifica gli High Net Worth Individuals, ovvero i soggetti che rientrano in una fascia patrimoniale alta.
Ad avvalersi del wealth management sono quindi soprattutto gli imprenditori, i quali hanno esigenze personali che si intrecciano con quelle aziendali.
Il patrimonio di un imprenditore è caratterizzato da una serie di vincoli che riguardano l’azienda e da dinamiche che afferiscono a investimenti e asset finanziari; in pratica il patrimonio subisce l’influenza dell’andamento del business, provocando fluttuazioni, a seconda dei casi, in entrata o in uscita.
Il regime fiscale
Le società e i profili che gestiscono il patrimonio di un cliente, dal momento in cui gli viene affidato il mandato, agiscono in qualità di sostituti d’imposta.
Chi si occupa di wealth management è tenuto quindi a svolgere tutti gli adempimenti fiscali per conto dell’investitore.
Per capire come funziona il regime fiscale relativo ai redditi di capitale è necessario prendere in considerazione gli articoli 44 e 45 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (in acronimo TUIR).
Secondo quanto disciplinato dagli articoli in questione la tassazione delle rendite finanziarie viene calcolata attraverso il sistema di ritenute alla fonte a titolo di imposta.
In particolare, è prevista una tassazione con aliquota al 26% per gli interessi che derivano da dividendi, obbligazioni, certificati di deposito, interessi attivi bancari e postali; una tassazione con aliquota al 12,50% per i titoli di Stato e similari.
Gli strumenti finanziari acquistati da chi gestisce il patrimonio vengono fiscalmente considerati come un unico strumento; ciò significa che, nel momento in cui vengono venduti, non vengono tassati singolarmente ma attraverso un’unica imposta applicata sul risultato generale della gestione.
Il pagamento dell’imposta avviene una volta all’anno.
Tale tipologia di tassazione è dovuta al fatto che gli OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) investono denaro raccolto tra i risparmiatori operando secondo il principio della ripartizione dei rischi.
Le strategie
Il fulcro intorno al quale ruota l’intera attività di wealth management è l’esigenza del cliente.
Il primo fondamentale step per attuare una pianificazione efficace è analizzare in maniera accurata la situazione individuale del cliente, al fine di individuarne caratteristiche e necessità.
Si parte quindi da un’analisi dei suoi interessi e dei sui asset (finanziari, aziendali e familiari) per poi pianificare gli interventi.
A seconda dei casi, i campi nell’ambito dei quali un professionista può prestare consulenza e fornire intervento sono: investimenti, donazioni, tasse, trasferimento di denaro, istruzione privata, viaggi e beni di lusso.
Una strategie di wealth management vincente deve quindi tenere conto della situazione finanziaria di partenza del cliente, dei suoi obiettivi e dalla maggiore o minore propensione al rischio.
Il piano messo a punto dal gestore patrimoniale deve essere continuamente revisionato, aggiornato e adeguato ad eventuali cambiamenti e nuove esigenze.
Le attività di revisione ed eventuale ribilanciamento del portafogli finanziario vengono svolte mantenendo costantemente aggiornato il cliente, con il quale diventa fondamentale costruire una relazione di fiducia.
Differenze tra private banking e wealth management
A questo punto è d’obbligo un’ulteriore precisazione rivolta a chiarire la confusione che spesso si genera intorno ai concetti di ‘private banking’ e ‘wealth management’.
Anche se si tratta di due termini correlati tra loro, che spesso si sovrappongono, esistono alcune differenze sostanziali.
Innanzitutto, il wealth management identifica un concetto ampio; o meglio più ampio rispetto al private banking.
Bisogna inoltre sottolineare che il wealth management in Italia si è sviluppato in maniera importante soprattutto grazie ai servizi di private banking, messi a disposizione dei titolari di grandi patrimoni da parte delle banche.
In pratica, il private banking è caratterizzato da un elevato livello di standardizzazione dei servizi offerti (ad es. investimenti e servizi bancari) mentre il wealth management si connota per una forte personalizzazione dei servizi, costruiti su misura sulle esigenze del cliente.
Il profilo che eroga il servizio di private banking si occupa solitamente di fornire informazioni e suggerimenti sulle varie opzioni di investimento disponibili, ma non necessariamente interviene nella gestione patrimoniale e nel processo di investimento.
Al contrario, il profilo che si occupa di wealth management fornisce servizi di consulenza finalizzati a gestire e/o migliorare la posizione finanziaria del cliente, intervenendo nella fase di gestione patrimoniale (ad es. esecuzione di investimenti per conto del cliente).
Gli sbocchi nel wealth management
Come ampiamente spiegato nel corso dei precedenti paragrafi, il wealth management è un servizio integrato e multidisciplinare che si rivolge principalmente ai soggetti benestanti che hanno l’esigenza di proteggere, valorizzare o trasmettere il proprio patrimonio; il tutto chiaramente nel pieno rispetto della normativa.
Prima di entrare nel merito dei percorsi di studio e specializzazione, ovvero dei requisiti per diventare un professionista esperto e qualificato, cerchiamo di capire quanto si guadagna in wealth management.
Così come per qualsiasi altra professione, le cifre dipendono in gran parte dal livello di esperienza e dal settore operativo nel quale si inseriscono.
Nel wealth management lo stipendio medio si attesta sui 40.000 euro annui.
Per i profili senior, con un bagaglio di esperienza pluriennale nel campo della gestione patrimoniale, le cifre salgono vertiginosamente, fino ad arrivare ai 250.000 euro annui.
Come diventare wealth manager
Il wealth manager specialist è una figura nata negli Stati Uniti in seguito alla crescente complessità dei servizi richiesti dalla clientela.
In conseguenza ai recenti eventi la professionalità si sta diffondendo anche nel nostro Paese.
Come accennato in precedenza nel corso di questa guida il wealth manager gestisce il patrimonio del cliente sulla base delle sue esigenze presenti e future. Il professionista svolge quindi un’attività che combina consulenza finanziaria, legale, fiscale, immobiliare, ereditaria.
In sostanza chi si occupa di wealth management opera sul patrimonio del cliente a 360°.
Trattandosi di un profilo che interviene nel processo decisionale di chi intende proteggere o trarre profitto dal proprio patrimonio, la relativa formazione presuppone conoscenze tecniche attuali e multidisciplinari.
Ciò che determina un ‘professionista’ è l’esperienza sul campo, la quale a sua volta presuppone un’adeguata formazione di base; conoscenze e nozioni essenziali sulle quali costruire una professionalità qualificata.
Le conoscenze indispensabili per un professionista riguardano principalmente le materie economiche, la finanza, la gestione dei fondi fiduciari e la gestione dei patrimoni mobiliari e immobiliari.
Rientrano nel know how di un profilo esperto di wealth manager le dinamiche legate agli investimenti nel settore arte e cultura, gli aspetti legali e fiscali relativi agli investimenti, la gestione del rischio.
Il conseguimento di una laurea è il primo passo fondamentale per intraprendere la carriera del wealth manager.
Gli indirizzi che garantiscono una preparazione in linea con la professione sono quelli in economia e in scienze bancarie.
Contabilità e statistica sono le materie intorno alle quali ruota il wealth management.
Conseguita la laurea è importante iniziare immediatamente a mettere in pratica la teoria acquisita attraverso il percorso universitario.
L’ideale sarebbe fare esperienza presso una società di gestione patrimoniale.
Dal momento che si tratta di un settore piuttosto competitivo la specializzazione diventa un requisito essenziale per emergere dalla massa e aper mpliare le prospettive occupazionali.
A tal proposito segnaliamo il master in ‘wealth management’ attivato dall’università telematica Niccolò Cusano, strumento perfetto per acquisire una preparazione in linea con le esigenze del settore.
Il corso post-laurea di secondo livello è attivato in collaborazione con il gruppo Azimut, una realtà che vanta oltre 30 anni di attività, e quindi di esperienza, nel settore del risparmio gestito.
Il programma si focalizza in maniera particolare sugli aspetti fiscali, assicurativi e previdenziali della gestione patrimoniale e dell’intermediazione finanziaria.
Tra i plus del master l’intervento di professionisti attivi in diversi settori del gruppo Azimut, ovvero profili esperti che attraverso la personale esperienza forniscono ai corsisti una panoramica dettagliata e attuale relativa alla consulenza finanziaria.
In particolare, sono previsti approfondimenti economici e normativi relativi agli argomenti trattati ai quali si aggiungono analisi dettagliate sull’evoluzione dell’attuale mercato finanziario e sugli scenari futuri.
Il contributo dei professionisti Azimut risulta prezioso nell’ottica di un adeguato approccio al mestiere di wealth manager.
Ecco di seguito l’elenco degli argomenti previsti dal piano di studi del master:
- Modelli di consulenza e il Wealth management
- Imprenditorialità e team working
- Il Marketing dei servizi finanziari
- Corporate finance e corporate lending
- Wealth Planning
- Il sistema welfare in Italia
- Life Insurance – TBD
- L’evoluzione del sistema bancario
- Servizi Azimut product specialist
- Il Servizio Consulenza
- Private Markets
- Longevity e Benessere Patrimoniale
- Gli investimenti in economia reale
- Gli investimenti in economia reale – Reale Estate
Al termine del percorso di specializzazione i corsisti avranno acquisito le competenze per sviluppare processi di financial planning e offrire al cliente servizi di pianificazione e gestione degli investimenti altamente professionali.
Il programma fornisce il know how per operare con successo nel settore degli intermediari finanziari, anche con mansioni manageriali.
Ciò significa che il master è indicato anche i profili esperti che già operano nel settore e che hanno l’esigenza di aggiornare/riqualificare il proprio know how.
Inoltre, la modalità telematica prevista per la fruizione dei contenuti consente di conciliare senza troppe difficoltà il lavoro con la specializzazione.
Grazie ad una piattaforma digitale pratica e intuitiva il corsista può impostare l’apprendimento sulla base delle proprie esigenze.
La possibilità di seguire le lezioni in streaming, dal pc o da un dispositivo mobile, permette di personalizzare lo studio e di scegliere liberamente quando e dove studiare.
Per seguire le lezioni online è sufficiente inserire le credenziali ricevute in fase di iscrizione e accedere alla propria area riservata, sulla piattaforma Unicusano.
L’accesso allo stumento telematico non prevede vincoli di orario per cui è possibile visualizzare il materiale didattico in qualsiasi momento della giornata o della settimana; 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
Il master in Wealth management prevede un costo di 3.500,00 euro, da corrispondere in 5 rate.
Per i laureati presso la Niccolò Cusano e per tutti i laureati in Giurisprudenza, Economia ed Ingegneria gestionale è prevista una quota di iscrizione ridotta pari a 3.000,00 euro.
Prima di concludere è d’obbligo una piccola precisazione.
Anche chi ha conseguito una laurea e chi si è specializzato attraverso un master deve costantemente aggiornare il proprio know how.
Perfino i professionisti che vantano una discreta esperienza nel settore della gestione patrimoniale sono tenuti a aggiornarsi continuamente in merito a tutto ciò che riguarda l’attività di wealth management come ad esempio le eventuali modifiche normative o i nuovi prodotti e strumenti da presentare alla clientela.
Ora sai cosa si intende per wealth management e sai quali sono i requisiti e la formazione per diventare un wealth manager esperto e qualificato.
Se desideri ulteriori info e dettagli sul master online Unicusano non devi fare altro che contattare il nostro staff attraverso il form online che trovi cliccando qui!
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