Cosa si intende per finanza sostenibile
Nell’era in cui il concetto di ‘sostenibilità’ è applicato ad ogni ambito di vita e a qualsiasi tipologia di attività, sapere cosa si intende per finanza sostenibile diventa fondamentale per un futuro green.
In ambito finanziario l’investimento sostenibile è diventato un argomento di grande attualità, sia per ciò che riguarda il settore pubblico che quello privato.
Nel corso dei prossimi paragrafi approfondiremo le caratteristiche dei fattori ESG per cercare di capire qual è l’obiettivo della finanza sostenibile.
Finanza sostenibile cos’è?
Attualmente, nel linguaggio comune, l’accezione del termine ‘finanza’ è piuttosto vasta; ecco perché prima di spiegarti nel dettaglio cosa si intende per finanza sostenibile è necessaria una breve premessa.
La finanza è innanzitutto una disciplina economica nell’ambito della quale rientra lo studio dei processi attraverso i quali individui, imprese, enti, organizzazioni e Stati gestiscono flussi monetari.
In pratica, il concetto si riferisce ai processi e alle scelte di finanziamento e investimento, ovvero a quelle attività finanziarie che hanno come obiettivo la massimizzazione della redditività, o dell’utile nel caso delle imprese.
A seconda dei soggetti interessati, la finanza può essere suddivisa in:
- Finanza personale
- Finanza aziendale, o finanza d’impresa
- Finanza pubblica
- Finanza internazionale
Passiamo quindi al dettaglio del concetto di finanza sostenibile e alla sua definizione.
Prendiamo in considerazione il sito di Wikipedia, che spiega la sostenibilità finanziaria come segue:
“La finanza sostenibile è l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. L’idea di fondo è quella di garantire la ‘capacità di futuro’, cioè l’uso razionale delle risorse in modo da non compromettere la capacità delle risorse stesse di continuare a produrre valore nel tempo. La finanza sostenibile, quindi, si pone l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo, cioè quando indirizza i capitali verso attività che non solo generino un plusvalore economico, ma in modo che siano al contempo utili alla società, ne superino le capacità di carico del sistema ambientale. Questo la rende diversa dalle operazioni meramente finanziarie.”
Si parte quindi dal riscaldamento globale, problematica che ormai da tempo affligge il nostro pianeta e per la quale si rende necessario un intervento condiviso a livello mondiale.
Dall’esigenza di una politica finalizzata a sviluppare un’economia sostenibile e un futuro più ‘green’ nasce e si sviluppa il concetto di finanza sostenibile.
Potremmo quindi affermare che la finanza sostenibile consiste nel complesso di attività finalizzate a indirizzare le risorse economiche, i cosiddetti capitali, verso percorsi di sviluppo a lungo termine ma sostenibili.
In sintesi, le operazioni finanziarie che rientrano nell’accezione ‘sostenibile’ non si basano soltanto sul profitto; al contrario, le scelte economiche tengono in forte considerazione anche l’aspetto green dell’attività.
Per essere definita ‘sostenibile’ la finanza deve essere basata su una serie di considerazioni: i cosiddetti fattori ESG.
I fattori ESG
Finanza sostenibile e ESG sono due concetti strettamente connessi tra loro.
L’acronimo ESG identifica le tre tipologie di fattori sui quali si basa il processo decisionale di investimento sostenibile, ovvero:
- Environmental – fattori ambientali
- Social – fattori sociali
- Governance – fattori di governo societario
Analizziamoli nel dettaglio.
Gli aspetti ambientali (Environmental) fanno riferimento a tutti quei fattori che riguardano la salvaguardia dell’ambiente naturale.
La finanza sostenibile annovera tra gli esempi di operazioni ‘sostenibili’ tutte quelle attività attente al cambiamento climatico e alla salvaguardia della biodiversità.
I fattori sociali riguardano i valori e tutti gli aspetti correlati al benessere della collettività: relazioni con il territorio, con le persone, i dipendenti, i clienti, i fornitori ecc.
Si riferiscono quindi agli investimenti che tendono alla sostenibilità sociale, ovvero finalizzati a favorire l’inclusione e il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori.
I fattori governativi fanno riferimento ai processi di governance, ovvero ad una gestione basata su principi etici: trasparenza delle decisioni, retribuzioni dei dirigenti, rispetto dei diritti degli azionisti, rispetto delle minoranze ecc.
Un investimento viene quindi definito sostenibile se rispetta i fattori ESG.
La valutazione della sussistenza delle caratteristiche di sostenibilità si basa si indicatori, ovvero su rating assegnate da agenzie di settore.
Per quanto riguarda i criteri relativi alle metodologie di rating ESG è importante sottolineare che al momento non esiste una regolamentazione atta a definire standard uniformi a livello internazionale.
Ciò significa che la valutazione della sostenibilità, attualmente, è basata su misure differenti.
Alla luce di un utilizzo sempre più frequente dei rating nell’ambito delle operazioni finanziarie l’Unione Europea si sta attivando per regolamentare i criteri di misurazione dei fattori sostenibili, e quindi per fissare delle metriche precise e uniformi per quanto riguarda la valutazione.
Concludiamo il paragrafo con una puntualizzazione.
A differenza di quello che potrebbe sembrare, l’investimento sostenibile e responsabile non presuppone necessariamente un sacrificio in termini di rendimento.
Secondo gli studi effettuati sulla questione è esattamente il contrario, a patto però che si abbia chiaro il riferimento temporale.
La finanza sostenibile risulta redditizia nel medio-lungo periodo; ecco perché si parla di ‘investimenti pazienti’.
Come diventare esperto in finanza sostenibile
Come sottolineato nel corso della premessa la sostenibilità in ambito finanziario è diventato un trend topic, innescando sia nel pubblico che nel privato una tendenza fortemente orientata a scelte ‘green’.
Diventare un esperto in materia, per capire quali sono le strategie di finanza sostenibile, rappresenta un’ottima opportunità per ciò che riguarda il placement sul mercato del lavoro.
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