Il termine ‘sostenibilità’ identifica un concetto attualissimo, che fa ormai parte del linguaggio dei giorni nostri; ecco perché ti spiegheremo in questo post come diventare sustainability manager e come entrare in un settore professionale che, oggi più che mai, garantisce interessanti prospettive lavorative.
Aziende e organizzazioni di tutto il mondo hanno finalmente compreso l’importanza di ottimizzare le risorse e preservare l’ambiente dal deterioramento che ormai da qualche anno procede inesorabile.
Nelle logiche di management moderne non possono quindi mancare iniziative eco-sostenibili, ovvero modelli di sviluppo in grado di garantire un equilibrio globale tra l’uomo e l’ecosistema.
Prima di addentrarci nell’ambito di una tematica così delicata e complessa è d’obbligo una premessa.
Quando si parla di sostenibilità si tende ad associare il termine all’ambiente. In realtà si tratta di un concetto molto più ampio, che presuppone la correlazione con la sostenibilità sociale e la sostenibilità economica.
Cosa si intende per sostenibilità
Sul sito Wikipedia alla voce ‘sostenibilità’ è presente la seguente definizione:
“ … in ambito ambientale, economico e sociale, essa è il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell’uomo.”
Da sostenibilità nasce il concetto di ‘sviluppo sostenibile’ introdotto per la prima volta dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo nel 1987, per indicare uno ‘sviluppo volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni.”
La sostenibilità, oggi, è diventata un elemento imprescindibile nell’ambito di qualsiasi strategia di management aziendale.
Alla luce di una sempre più scarsa disponibilità di risorse e di una condizione ambientale in costante peggioramento si fa pressante l’esigenza di limitare l’impatto dell’attività economica sull’ambiente; ma non solo …
Lo sviluppo sostenibile include un equilibrio che riguarda l’ambiente e allo stesso tempo gli ambiti sociale ed economico, che tradotto in parole più semplici diventa ‘rispetto per l’ambiente e per l’uomo’.
Dalle problematiche ambientali e dalle tematiche che riguardano lo sfruttamento incontrollato delle risorse deriva il concetto di ‘green economy’, oggi utilizzatissimo per indicare un modello di crescita sostenibile.
Si tratta, in pratica, di un’economia rivolta a produrre benessere per l’uomo ed equità sociale, nel pieno rispetto dell’ambiente (utilizzo efficiente delle risorse non rinnovabili, basse emissioni, ecc.).
La normativa
Il Decreto Legislativo n. 254 del 30 dicembre 2016 sancisce l’obbligo, per le imprese pubbliche, di presentare una dichiarazione di carattere non finanziario.
La dichiarazione in questione deve essere incentrata su tematiche relative al personale, al rispetto dei diritti umani e ovviamente agli aspetti ambientali dell’operatività.
All’interno del DL sono inoltre riportati gli ambiti minimi per i quali sono richieste le rendicontazioni delle attività, la cui redazione prevede la libertà di scelta per quanto riguarda gli standard, i KPI (Key Performance Indicators) e le metodologie di calcolo.
La dichiarazione può essere presentata in forma volontaria e semplificata anche dalle imprese non sottoposte ad obbligo dalla normativa.
In linea generale la rendicontazione deve contenere informazioni sulle risorse energetiche/idriche utilizzate, sulle emissioni inquinanti, sui fattori di rischio ambientali e sanitari, sugli aspetti sociali relativi alla gestione del personale, sul rispetto dei diritti umani, sulla lotta alla corruzione
Alla luce di una gestione burocratica e operativa piuttosto ampia e complessa la maggior parte di imprese e pubbliche amministrazioni scelgono di affidare il management a profili qualificati, in possesso di un know how attuale che includa nozioni economiche e gestionali.
Nasce così la figura del sustainability manager, la cui mansioni e la cui formazione saranno oggetto di approfondimento nei paragrafi che seguono.
Chi è e cosa fa il sustainability manager
La nascita della professionalità del sustainability manager è piuttosto recente; la figura è in continuo divenire, sia per ciò che concerne il ruolo che la formazione.
In linea generale potremmo dire che si tratta di un profilo che ha come obiettivo il miglioramento di alcuni processi/comportamenti aziendali nell’ottica di una costante e crescente attenzione all’ambiente.
In altre parole, il concetto di sostenibilità e la sua rilevanza devono essere trasmessi e condivisi a tutti i livelli aziendali; tutte i processi aziendali devono pertanto risultare sostenibili, sotto ogni punto di vista.
Il manager della sostenibilità interviene quindi nelle decisioni strategiche e di programmazione, sulla base delle quali imposta successivamente la sua attività.
Le mansioni di un professionista partono da un’attività di prevenzione, consistente nella predisposizione di strategie e iniziative che risultino efficaci per il business e allo stesso tempo sostenibili.
Nell’elenco che segue abbiamo raccolto le principali attività svolte dal sustainability manager:
- Identificazione di politiche e strategie operative sostenibili
- Sensibilizzazione dei vari reparti dell’azienda verso la tematica ‘sostenibilità’
- Gestione degli aspetti legati ai consumi (energetici, idrici, di materie prime, ecc.), alle emissioni, ai rifiuti
- Gestione degli aspetti legati alla qualità e alla sicurezza dei prodotti
- Gestione degli aspetti legati alla tutela delle pari opportunità, della salute e della sicurezza dei lavoratori
- Definizione dei criteri da utilizzare per la scelta dei fornitori
- Rendicontazione e comunicazione (interna ed esterna) delle politiche di sostenibilità
Il tutto deve chiaramente essere svolto nel pieno rispetto delle normative ambientali.
Sustainability manager: sbocchi e stipendio
Un sustainability manager possiede la professionalità per poter operare in svariati ambiti del mercato, sia nel settore pubblico che in quello privato.
Si tratta di un profilo versatile, il cui parametro retributivo varia a seconda del contesto operativo e, chiaramente, degli anni di esperienza accumulati. Per rendere un’idea di massima, lo stipendio medio annuo oscilla tra gli 80.000 e i 120.000 euro annui.
Come diventare sustainability manager
Come accennato in precedenza il sustainability manager è una figura poliedrica, che ricopre un ruolo che potremmo definire ‘trasversale’.
La professionalità richiede una serie di requisiti e attitudini che affiancati ad una formazione tecnica adeguata consentono di svolgere l’attività manageriale.
Tra le abilità personali fondamentali rientrano le capacità organizzative e di leadership; ma anche capacità analitiche e di rendicontazione. Trattandosi di un profilo che interagisce con varie tipologie di interlocutori, come ad esempio fornitori, lavoratori, clienti e istituzioni, deve necessariamente possedere buone capacità relazionali e di comunicazione.
Il manager della sostenibilità deve essere un ottimo ‘ascoltatore’ e deve essere portato a gestire situazioni di multitasking. Immancabile la soft skill che attualmente spopola tra le offerte di lavoro: la propensione naturale al problem solving, ovvero la capacità di risolvere tempestivamente imprevisti e problematiche di varia natura.
Entriamo nel merito della formazione tecnica necessaria per poter lavorare come sustainability manager.
Trattandosi di un profilo relativamente ‘emergente’ non è previsto un iter formativo ben definito. L’accesso alla professione non prevede iscrizioni ad albi o attestazioni.
Esistono tuttavia alcune competenze e conoscenze che diventano fondamentali per lavorare nell’ambito dello sviluppo sostenibile.
Stiamo parlando di nozioni che afferiscono prevalentemente agli ambiti economici e giuridici; ecco perché le lauree in economia aziendale e management e quelle in giurisprudenza garantiscono le basi ideali per intraprendere la professione.
Entrando maggiormente nel dettaglio delle competenze, un sustainability manager deve conoscere le norme ISO relative alla gestione ambientale, alla salute e alla sicurezza, alla gestione della qualità, alla gestione dei temi sociali e alla gestione del rischio.
Fondamentale anche la conoscenza della lingua inglese.
Attualmente in mercato formativo italiano propone numerosi percorsi di specializzazione che approfondiscono la tematica della sostenibilità declinata nelle sue diverse accezioni
Tra i percorsi di studio destinati alla specializzazione dei sustainability manager segnaliamo il master in ‘Green economy e management sostenibile’.
Si tratta di un percorso post-laurea di primo livello che si rivolge in via preferenziale ai laureati in discipline economiche/giuridiche/politiche, ai general manager, ai quadri delle imprese private, ai funzionari della Pubblica Amministrazione; ma anche i ricercatori e ai giornalisti di settore.
Il programma del master prevede l’approfondimento dei seguenti argomenti:
- Green economy: dalla teoria alla pratica
- Resilience framework e adaptive management: i concetti di resilienza, vulnerabilità e gestione di impresa
- Tecnologie per la protezione e per la sostenibilità ambientale: le principali aree di intervento (emissioni, rifiuti solidi, acque reflue, gestione del suolo)
- Sostenibilità e gestione di impresa: management strategico ecologico; innovazioni verdi; consumo sostenibile; le certificazioni
- Efficienza energetica nelle imprese: normativa, strumenti e good practices
- Principi di diritto ambientale: il concetto di ambiente nel diritto comunitario; il codice dell’ambiente; il danno ambientale
- Corporate Social Responsability (CSR) e ambiente: basi concettuali, valore strategico, approcci, strumenti e case study
- Comunicazione e promozione dell’impresa verde: strumenti e piattaforme di promozione; i concetti di ‘green marketing’ e ‘sustainable marketing’; case study
Il diploma conseguito al termine del master consente di ricoprire il ruolo di green-energy manager, ma anche di accedere ad opportunità lavorative nelle aree della consulenza strategica, della gestione e ottimizzazione delle risorse, delle pubbliche relazioni e del marketing ‘green’.
Il master in management sostenibile prevede un costo di 2.300,00 euro da corrispondere in 4 rate.
La quota di iscrizione si riduce a 1.900,00 euro per i dipendenti della Pubblica Amministrazione e per i laureati in discipline economiche, giuridiche, politiche e tecnico-scientifiche.
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