Le professioni che permettono di assecondare la passione e l’interesse per il mondo animale esprimono da sempre un enorme fascino; ecco perché chi ama gli animali e ambisce ad intraprendere una strada che permetta di coniugare passione e lavoro dovrebbe sapere come diventare etologo.
Il comportamento animale è una tematica che suscita, da sempre, l’interesse dell’uomo.
Alla luce dell’attuale situazione ambientale, e delle problematiche che riguardano la salvaguardia della biodiversità, comprendere atteggiamenti e abitudini della fauna è diventata una priorità.
Per tale motivo si è recentemente ‘riscoperta’ l’importanza dell’etologia, e conseguentemente della figura dell’etologo. Ma cos’è esattamente l’etologia e qual è il ruolo dell’etologo non è chiaro a tutti.
In pochi sanno di cosa si occupa il profilo esperto di etologia e quali sono gli ambiti in cui trova riscontro la relativa professionalità.
Nel corso di questo post analizzeremo il profilo dell’etologo, le mansioni che svolge e la formazione più idonea per svolgere la professione e lavorare a contatto con gli animali.
Cosa studia l’etologia
Prima di entrare nel merito della professionalità e delle mansioni svolte da un etologo è fondamentale familiarizzare con la disciplina intorno alla quale ruota l’attività di un professionista, ossia l’etologia.
Partiamo quindi da una definizione; nello specifico dalla definizione riportata sul sito di Wikipedia:
“L’etologia, o biologia comportamentale, è la branca della biologia e della zoologia che studia il comportamento animale. Il termine ‘etologia’ (dal greco ethos e logos, intesi come ‘carattere o costume’ e ‘studio’) indica infatti la moderna disciplina scientifica che studia l’espressione comportamentale degli animali nel loro ambiente naturale (compreso l’uomo), seguendo gli stessi criteri con i quali viene condotta la ricerca in altri campi della biologia.”
La disciplina può quindi essere considerata una sorta di specializzazione della biologia, o più precisamente della zoologia, che studia il comportamento animale (e quindi anche umano) al fine di spiegarne i meccanismi e la funzione evolutiva.
Pur trattandosi di una tematica affrontata fin dai tempi di Aristotele, lo sviluppo dell’etologia come disciplina scientifica risale alla seconda metà del secolo scorso.
In particolare, la disciplina ha acquisito notorietà a partire dal 1973, anno in cui Timbergen, Lorenz e Von Frish ottennero il premio Nobel per i loro studi etologici.
Chi è l’etologo e cosa fa
Dopo aver compreso a grandi linee cos’è l’etologia entriamo nel merito della professionalità per capire cosa fa un etologo.
In linea generale possiamo definire il profilo come colui il quale studia il comportamento animale in relazione all’ambiente in cui vive (naturale o artificiale).
Trattandosi di un esperto del mondo animale il professionista in questione è anche zoologo per cui conosce le differenti specie animali e la relativa biologia.
Potremmo quindi definire l’etologo come uno zoologo che ha conseguito un’ulteriore specializzazione.
Il suo approccio scientifico è basato sull’osservazione di un fenomeno, alla quale segue la formulazione di una serie di ipotesi da confermare attraverso la sperimentazione.
L’osservazione riguarda in particolare l’interazione con i loro simili, con l’uomo e con l’ambiente circostante.
Vengono quindi osservate e analizzate le loro abitudini in relazione, ad esempio, alla ricerca del cibo e alla cura dei cuccioli.
Le tecniche di osservazione più utilizzare sono l’osservazione diretta, il monitoraggio a distanza e il filmato.
Chiaramente la scelta è in parte dettata dalle esigenze e dal contesto circostante.
A seconda dei casi, l’attività di un etologo può riguardare la fauna selvatica oppure gli animali che vivono all’interno di parchi e zoo.
In sintesi, le principali mansioni di un profilo esperto di etologia sono:
- Osservazione del comportamento animale all’interno dell’ambiente in cui vive
- Elaborazione dei risultati ottenuti dagli studi
- Elaborazione di proposte finalizzate a migliorare lo stato di benessere dell’animale
- Elaborazione di proposte finalizzate alla conservazione della biodiversità
- Realizzazione attività divulgative volte a diffondere conoscenze etologiche
- Progettazione di attività divulgative finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche legate alla salvaguardia e alla conservazione delle specie animali
Alla luce dell’attuale situazione ambientale, la professionalità assume un enorme rilievo nell’ambito del ripopolamento delle specie animali in determinati habitat; ma assume un’importanza ancora maggiore nell’ottica della salvaguardia delle cosiddette ‘specie protette’, a rischio estinzione a causa dell’uomo.
Dove lavora
Come si evince chiaramente dalla descrizione delle mansioni, l’etologo può svolgere la professione all’interno di vari contesti.
Più frequentemente un profilo esperto di etologia trova impiego all’interno di zoo, acquari, parchi e bioparchi, dove si occupa principalmente di attività finalizzate a garantire il benessere degli animali.
Un etologo può inoltre svolgere il ruolo di guida naturalistica, all’interno di parchi regionali e nazionali.
Altrettanto interessanti e stimolanti gli ambiti dell’insegnamento e della ricerca.
La laurea di un etologo consente di svolgere l’attività di ‘ricercatore’ presso i dipartimenti di biologia, zoologia veterinaria o psicologia, all’interno di università o istituti di ricerca.
Un ulteriore sbocco è identificabile nel campo della consulenza ambientale e nel monitoraggio della fauna ‘urbana’.
Con un buon bagaglio di esperienza all’attivo, un professionista può arrivare a ricoprire ruoli dirigenziali presso enti e parchi.
Concludiamo con il mondo della divulgazione scientifica, dove l’attività di un etologo è rivolta essenzialmente a diffondere studi e nuove scoperte in merito all’etologia.
A seconda dei casi, la diffusione può essere gestita attraverso articoli, libri, film, documentari o anche attraverso il mondo dei social media.
Quanto guadagna
Stabilire con precisione la media retributiva di un etologo è piuttosto difficile, se non addirittura impossibile.
Lo stipendio varia in misura importante in base al contesto, alla località e alle mansioni.
La variabile più influente per tale professionista è il contesto geografico.
Come accennato in precedenza in Italia la figura è ancora poco conosciuta, pertanto la retribuzione media difficilmente supera i 15.000 euro annui.
Totalmente diversa la situazione all’estero dove sia lo stipendio che le prospettive di carriera sono decisamente più interessanti, soprattutto per i profili che hanno maturato svariati anni di esperienza.
Come diventare etologo
Attualmente, in Italia, l’etologo è una professione non riconosciuta per cui non esiste un albo o un ordine a cui registrarsi.
Per tale motivo, dal punto di vista accademico, non esiste neppure un percorso formativo univoco.
È tuttavia richiesto un know how piuttosto ampio, composto da competenze e conoscenze scientifiche multidisciplinari, afferenti al campo dell’etologia ma non solo.
Per poter svolgere la professione, ovvero per acquisire le competenze di base richieste dalla tipologia di professionalità, esistono varie possibilità.
In linea generale gli indirizzi di studio più indicati sono quelli che afferiscono al mondo della biologia e delle scienze naturali.
Esistono tuttavia altre valide alternative come ad esempio l’indirizzo psicologico e quello veterinario.
Dopo aver conseguito la triennale è necessario approfondire le tematiche afferenti l’etologia con un corso di laurea magistrale o con un master post-laurea.
È importante, a prescindere dalla scelta, che il piano formativo del corso preveda stage ed esperienze sul campo (reali o simulate) che permettano di mettere in pratica la teoria e familiarizzare con l’operatività della professione.
Dopo la magistrale, chi intende conseguire un’ulteriore specializzazione ha la possibilità di intraprendere la strada del dottorato di ricerca, che permette di acquisire strumenti pratici utili per svolgere l’attività.
Ora sai come diventare etologo per cui se il tuo sogno è lavorare a contatto con gli animali non devi fare altro che individuare il percorso di studio più adatto alle tue inclinazioni e iniziare a specializzarti.
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