Botanico: chi è e cosa fa
Da sempre le piante rappresentano elementi essenziali per l’esistenza e la sopravvivenza dell’essere umano; ecco perché diventa fondamentale la figura del botanico, sapere chi è e cosa fa.
Dalla produzione di ossigeno all’aspetto curativo e nutrizionale, il mondo vegetale gioca un ruolo importantissimo per l’intero ecosistema.
Lo studio delle piante permette di individuare, comprendere e affrontare questioni come il cambiamento climatico, l’inquinamento e altre catastrofi determinate dall’attività umana.
Per tali motivi diventa fondamentale l’attività di studio e ricerca svolta dai botanici, ovvero da quei professionisti che permettono di conoscere approfonditamente il regno vegetale e la sua importanza per la vita dell’uomo.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo la professionalità del botanico, come formarsi e quali sono le prospettive occupazionali e di crescita professionale.
Chi è e cosa fa il botanico
La disciplina sulla quale si basa la professionalità di un botanico è la botanica, per la quale il sito della Treccani riporta la seguente definizione:
“Ramo della biologia che studia gli organismi vegetali sotto tutti i punti di vista: struttura, funzioni, forme e comunità.”
Si tratta di una scienza antichissima il cui studio era finalizzato a comprendere caratteristiche, comportamenti e utilità delle piante.
A partire dalle prime scoperte, riguardanti le proprietà nutritive e curative, il regno vegetale è stato oggetto di un crescente interesse da parte di studiosi e scienziati.
La botanica ha permesso di comprendere l’importanza delle piante per il nostro ecosistema e per la vita dell’uomo.
Il profilo che si occupa di studiare le piante, al fine di scoprirne nuove caratteristiche e allo stesso tempo preservarne l’esistenza, è il botanico.
Entriamo quindi nel merito della professionalità per capire di cosa si occupa un botanico, ovvero chi è e cosa fa.
In generale il botanico studia il regno vegetale in tutti i suoi aspetti; in particolare studia le diverse strutture che caratterizzano il ciclo vitale delle piante ( semi, fiori, tuberi ecc.) e gli organismi che interagiscono con esse (batteri, funghi, alghe ecc.).
L’attività di studio non si focalizza soltanto sull’organismo ma indaga anche altri aspetti come ad esempio le relazioni tra le piante, l’ambiente in cui nascono e crescono, l’impatto dei prodotti chimici su di esse e le malattie più frequenti.
Oggi la professionalità di un botanico è richiesta soprattutto nell’ambito della difesa ambientale (agricoltura e industria).
Con il progredire della scienza anche la botanica ha compiuto progressi dando origine a branche autonome.
Per tale motivo anche il lavoro del botanico è cambiato e si è specializzato.
Oggi il professionista esperto di botanica può scegliere di dedicarsi e approfondire uno o più aspetti della disciplina.
A seconda della specializzazione un botanico si occupa di vari settori disciplinari.
C’è chi studia l’anatomia delle piante, chi studia la fitogeografia (distribuzione delle piante nei vari ambienti), chi studia la fisiologia (meccanismi vegetali delle varie specie), chi studia le relazioni tra le piante, chi si specializza sulle alche e i muschi e chi studia la botanica farmaceutica (proprietà medicinali delle piante).
Per avere un’idea della professionalità abbiamo sintetizzato nell’elenco che segue le attività svolte più frequentemente da un professionista:
- Raccoglie e analizza piante
- Studia i processi riproduttivi delle specie vegetali
- Sviluppa nuove tecniche di ibridazione per la creazione di nuove specie vegetali
- Analizza la capacità di adattamento delle varie specie
- Sviluppa tecniche di coltivazione ottimali per le diverse specie vegetali
- Risolve problematiche relative al campo dell’agricoltura
- Suggerisce trattamenti e cure per la conservazione delle varie specie
- Modifica le caratteristiche delle piante
- Monitora la diffusione della specie
- Analizza, valuta e sviluppa modelli per la salvaguardia dell’ambiente
Come accennato in precedenza, la botanica è una disciplina che trova ampio riscontro anche nel campo farmaceutico, dove un professionista applica le proprie conoscenze in merito alle proprietà medicinali di erbe e piante per la produzione di nuovi farmaci.
Sintetizzando, l’attività svolta da un botanico può variare a seconda della specializzazione e/o del contesto in cui lavora.
Dove lavora
Studiare botanica significa da un lato accedere ad un ampio orizzonte di prospettive occupazionali e dall’altro contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, e quindi della vita.
La ricerca è il fulcro intorno alla quale ruota l’attività di un esperto botanico, a prescindere dal settore in cui opera.
A seconda dei casi la ricerca può essere svolta in laboratorio oppure direttamente sul campo.
Generalmente il laboratorio è il contesto in cui operano i botanici che svolgono esperimenti, ad esempio per manipolare geneticamente le piante e modificarne alcune caratteristiche.
Chi lavora sul campo effettua prevalentemente attività di studio e monitoraggio, in posti che presuppongono spostamenti e viaggi frequenti.
La professionalità di un botanico può essere spesa nell’ambito della ricerca, universitaria o industriale; ma anche nell’attualissimo campo della tutela ambientale.
I contesti in cui può trovare impiego un esperto in botanica rientrano gli orti botanici, le associazioni naturalistiche e il settore dell’editoria (scrittura e correzione di testi scientifici).
Ulteriori opportunità si concretizzano nel campo dell’insegnamento e in quello farmaceutico.
Quest’ultimo settore si avvale delle conoscenze del botanico per la creazione di nuovi farmaci.
Quanto guadagna
La panoramica relativa ad una professionalità non può essere completa senza qualche dato economico; ecco perché è importante sapere quali sono le prospettive retributive di un botanico.
Come accade per qualsiasi altra professione, lo stipendio dipende da una serie di variabili, tra le quali l’esperienza, le mansioni e il contesto operativo.
Per avere un’idea di massima, in Italia lo stipendio medio si aggira intorno ai 1.800 euro mensili.
Si parte da un minimo di 900 euro al mese, per i profili junior, per arrivare a cifre che superano i 3.500 euro per i professionisti con un buon bagaglio di esperienza all’attivo.
Il contesto è un altro elemento che influisce sulla retribuzione.
Un botanico che svolge ricerche di laboratorio percepirà una retribuzione diversa da quella di un botanico che si occupa di ricerca sul campo, magari in giro per il mondo.
Diventare botanico: studi e requisiti
Pur non essendo previsto un albo al quale iscriversi, e quindi un percorso di studi predefinito, la professione del botanico richiede un ampio bagaglio di requisiti e competenze tecniche.
Dal punto di vista delle capacità e predisposizioni personali, un profilo che si occupa di studi botanici deve possedere buone capacità di analisi, organizzative e di pianificazione; deve essere predisposto a lavorare in gruppo e avere ottime doti comunicative.
Dal punto di vista tecnico, le conoscenze di base essenziali riguardano la biologia, le scienze ambientali, la classificazione e le caratteristiche delle specie vegetali, le tecniche di coltivazione.
Fondamentale la padronanza dei principali metodi matematici e statistici utilizzati per l’analisi e l’interpretazione dei dati.
Non può assolutamente mancare una buona base di competenze informatiche.
Per quanto riguarda gli studi, non essendo una professione regolamentata a livello normativo, non esiste un percorso specifico in botanica.
Tuttavia i corsi di laurea che si allineano a tali basi formative sono svariati.
I corsi in biologia e tutti quelli correlati alle discipline biologiche figurano tra gli indirizzi che permettono di acquisire le basi della professione.
Altri percorsi particolarmente adatti a garantire in know how per poter lavorare come botanico sono: Scienze biologiche, Scienze e tecnologie agrarie, Scienze e tecnologie forestali ed ambientali.
È importante precisare che per la vastità di competenze richieste è comunque necessario conseguire una laurea magistrale.
L’esperienza è chiaramente un aspetto che permette di mettere in pratica le conoscenze acquisita attraverso il percorso di studi. Per tale motivo è importante iniziare a fare esperienza sul campo, anche attraverso volontariato e stage già durante il periodo universitario.
Dopo il conseguimento della laurea è possibile specializzarsi, e quindi acquisire un know how operativo specifico, attraverso un dottorato di ricerca o un master post-laurea.
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