Chiunque conosca un minimo di storia della nostra cultura sa che i politici esistono da sempre. Fin dalla culla del nostro sapere, in Antica Grecia, infatti, esistevano uomini che discutevano di massimi sistemi usando l’arte della retorica. Nei decenni, però, questo saper usare le parole non ha più avuto una connotazione postiva essendoci spesso un secondo fine pernicioso. Negli anni cinquanta venne coniato il termine “politichese” per indicare questa aberrazione. Secondo Wikipedia, “nel gergo giornalistico italiano, e nel linguaggio della comunicazione politica, il termine è un neologismo utilizzato per indicare un sottocodice della lingua italiana, facente parte del linguaggio della politica, caratterizzato da uno stile ampolloso, criptico, inutilmente complicato, utilizzato con consapevolezza dai politici italiani nella comunicazione pubblica”. In sintesi si tratta di non farsi capire consensualmente. Ecco perché c’è chi per lavoro agire di contro e quindi vuole capire ed ecco perché c’è anche chi vuole insegnare ad altri uomini della Cosa Pubblica a “non” farsi capire ancora meglio. Se credete che questa sia la vostra strada o, semplicemente, vi affascina l’argomento, ecco una mini-guida che vi aiuterà a capirne di più.
Gli errori grammaticali più comuni
E’ vero che l’italiano è una lingua difficile e con tantissime irregolarità ma è anche vero che il livello della sua conoscenza è tutt’altro che buono.
Lo dimostra la proprietà di linguaggio dei politici che, per ruolo e formazione, dovrebbe essere forbita e strutturata e che è invece scarsa.
Uno studio recente, rimbalzato un pò ovunque in rete, dimostra che ben 18 sono gli strafalcioni di ortografia degli uomini in politica tra cui i primi 3 che, più nello specifico, raccogliamo in questa chart:
- l’apostrofo, in pochi sanno con certezza quando si usa e quando no;
- qual è, caso specifico in cui l’apostrofo non si scrivr mai;
- L’uso del congiuntivo, ormai sepolto dal presente forzato in frasi che scricchiolano in quanto a grammatica.
Come capire se una persona mente
Se avete capito quanto sia importante studiare i nostri politici partendo dallo loro ignoranza, cercate anche di stabilirne la sincerità.
Ci sono studi di prossemica e di Psicologia che svelano come alcuni gesti di insicurezza, tipo il toccarsi la punta del naso o il massacrarsi le dita mentre si parla, indichino che il vostro interlocutore stia dicendo una bugia.Voi dovete andare oltre e capire se una persona mente grazie ad una formazione multidisciplinare che solo noi vi diamo in cui saprete se i contenuti sono falsi, perché avrete studiato, o se li espone in modo sospetto, grazie ad alcune indicazioni fisiche incontrovertibili.
Sarete una piccola macchina della verità utile se agirete come sbocchi professionali nel giornalismo perché potrete scrivere di politica senza temere di rimanerne invischiati.
Scienze Politiche di Unicusano
Tutto questo viene canalizzato nei corsi di laurea per scienziati poltici di Unicusano che offriamo in modo moderno e cioè col mix personalizzabile di FAD – formazione a distanza e FIP – formazione in presenza. Ce ne sono due attivi al momento in modo che possiate ritenervi soddisfatti sia che ne abbiate bisogno di uno triennale sia di uno biennale.
- Corso di Laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali (triennale- classe L-36);
- Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali (biennale – classe LM-52).
Come diventare un politico
Tra gli sbocchi lavoartivi possibili per uno scienziato politico c’è ancora quello più papabile e cioè il politico.