Libri sulla pena di morte: 5 punti di vista da conoscere
Sono molti i libri sulla pena di morte che, nel corso degli anni, hanno dato una chiave di lettura a questa tipologia di sanzione.
La pena capitale, come saprai, consiste in un procedimento penale volto a togliere la vita al condannato. Presente in tutti gli ordinamenti dell’antichità, negli anni è stata abolita o non applicata nella quasi maggioranza degli stati del mondo. La pena di morte oggi, infatti, è presente in pochi ordinamenti: tra i Paesi che la esercitano, menzioniamo Giappone. Stati Uniti, Cina e India.
Molti filosofi e pensatori ne hanno dato una chiave di lettura, scrivendo saggi e testi letterari che hanno caratterizzato lo studio di questo fenomeno.
In questa guida dell’Università Niccolò Cusano andremo proprio ad esaminare questo aspetto, portando alla luce le opere più note sulla pena di morte, rilevanti dal punto di vista filosofico, sociale e giuridico. Iniziamo subito.
Libri, saggi e riflessioni sulla pena di morte
Per secoli abbiamo riflettuto sulla pena di morte e sulle implicazioni che questa ha nella società in cui trova applicazione. Vediamo ora i migliori libri da leggere su questo tema.
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Dei delitti e delle pene – Cesare Beccaria
Apriamo la nostra raccolta di libri sulla pena di morte con un saggio dell’illuminista Cesare Beccaria: Dei delitti e delle pene.
Il libro riscosse, già ai tempi, un enorme successo in Italia e in Europa, e suscitò vive polemiche; in esso, rifacendosi alle idee umanitarie dell’illuminismo francese, Beccaria propugnò con logica rigorosa ed eloquenza commossa l’abolizione della tortura e della pena di morte.
La critica che Beccaria rivolse alla pena di morte nel suo trattato (in particolare nel capitolo XXVIII) è che esercitando questa pena lo Stato, per punire un delitto, ne commetterebbe uno a sua volta. Si tratta di un’opera importante per comprendere il contesto dell’epoca e le possibili soluzioni “morali” elaborate dall’Illuminismo.
Occhio per occhio. La pena di morte in 4 storie – Sandro Veronesi
In questo saggio, Sandro Veronesi racconta quattro storie di vita forse ancora più incredibili dei film sulla pena di morte che ogni tanto vediamo in TV.
Si tratta, infatti, di racconti diversi, che terminano con la richiesta di una messa a morte nei confronti di chi commette il crimine. Dalla storia di un attentato in Sudan ad un omicidio per rapina negli USA, Veronesi affronta il tema attraverso una chiave di lettura particolare, con un’impronta fortemente narrativa.
La ghigliottina – Albert Camus
Veniamo ora ad un altro punto di vista sulla pena capitale, quello di Albert Camus. In questo libro sulla pena di morte, il grande scrittore francese mette nero su bianco le sue idee: per Camus i condannati a morte ci giudicano, loro che già sono stati giudicati da una giustizia che si vuole definitiva e risarcitoria, senza comprendere che la simmetria degli omicidi annulla la possibilità stessa del risarcimento e della necessaria prevenzione dei delitti.
Secondo Camus, infatti, la pena di morte non ha una funzione deterrente, ma addirittura ha un effetto contrario. Un punto di vista da comprendere e analizzare con attenzione.
L’ultimo giorno di un condannato a morte – Victor Hugo
Tra i romanzi sulla pena di morte, quello di Victor Hugo è senza dubbio uno dei più significativi.
L’ultimo giorno di un condannato a morte è un romanzo scritto nel 1829 e rappresenta una critica molto diretta nei confronti della pena capitale esercitata nella Francia del tempo.
Il libro racconta in prima persona gli ultimi giorni di vita di un prigioniero del carcere di Bicêtre, destinato al patibolo. A tratti commovente, il romanzo di Hugo vuole portare come tesi contro la pena capitale proprio l’angoscia, la paura e l’impotenza del condannato stesso, rendendo il lettore partecipe della tortura dell’attesa.
La pena di morte. Le contraddizioni del sistema penale americano – Franklin E. Zimring
Quando parliamo di libri sulla pena di morte non possiamo non citare quello di Zimring, uno dei più noti penalisti americani.
Nel suo libro, Zimring porta alla luce le radici storiche e culturali di uno degli aspetti più inquietanti del sistema penale americano. Secondo la ricerca dell’autore, a partire dagli ultimi 20 anni, la pena di morte non sarebbe più vissuta e percepita come un legittimo atto punitivo dello Stato, ma come una sorta di servizio a conforto delle vittime del reato.
Per sostenere questa tesi, Zimring osserva proprio che la più alta richiesta di pena di morte è praticata negli stati americani del sud, dove più forte è la cultura della giustizia privata, figlia dell’antica pratica del linciaggio. Un punto di vista interessante per osservare più da vicino la cultura americana e le sue contraddizioni.
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